Intervista all’autore di “Disonorevoli. Politica e Camorra: matrimonio all’italiana”

Da diversi mesi, lo scrittore Tonino Scala ha pubblicato un libro che sta riscuotendo notevoli consensi. Il libro è intitolato “Disonorevoli. Politica e camorra: matrimonio all’ italiana”. Il testo ha come fulcro l’intreccio tra politica e camorra. Una relazione  fortissima che Scala interpreta sotto forma di racconto partendo dal caso Cirillo, negli anni ottanta, fino ad arrivare all’attualità con la vicenda rifiuti. Insomma Scala si è cimentato nuovamente (ha già scritto precedentemente altri due saggi sulla camorra) in un tema che è purtroppo sempre di attualità, in maniera pragmatica ed assolutamente obiettiva. Da sottolineare la prefazione del libro che è curata dal governatore della Puglia Nichi Vendola. A tal proposito abbiamo sentito l’autore.

Come e quando stato progettato il libro?

È chiaro che dietro questo libro c’è un intenso lavoro. Una preparazione che ho iniziato da due anni e che mi ha portato a realizzare una serie di ricerche, studi, dibattiti e viaggi che mi hanno dato lo spunto per dare spazio ad un tema in particolare: il connubio tra politica e camorra.

In merito a questi rapporti tra politica e camorra pensa che negli ultimi anni si siano attenuati o rafforzati?

Gli intrecci tra politica e camorra sono storici. Già con l’unità d’Italia si sono avuti significativi ed emblematici episodi di relazione tra le due forze (infatti la criminalità organizzata aiutò l’ingresso di Garibaldi in Italia). Poi il legame si è andato rafforzandosi soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, emblematici sono i casi Cirillo e l’uccisione dell’ex sindaco di Pagani Marcello Torre negli anni ottanta. Quindi ritengo che i rapporti siano molto stretti e forse sono progrediti nel corso degli anni.

Secondo lei al giorno d’oggi la camorra è un problema locale o anche nazionale?

Io penso che ormai la criminalità organizzata(camorra e mafia) abbia attecchito in quasi tutta Italia. Sicuramente è un problema sia centrale che locale. Inoltre anche le responsabilità appartengono a tutte le istituzioni anche al di  là dei colori politici.

Per la realizzazione del libro si è ispirato ad altri autori o intellettuali?

No. Io penso di avere un pensiero autonomo su questa questione. Infatti questo non è il mio primo libro,già ho scritto altri testi in cui ho parlato della camorra (fra cui “Quaquaraquà  uomini di camorra”) per cui nonostante dibattiti, confronti e conoscenze di molti altri testi ed orientamenti sulle vicende camorristiche penso di essere completamente esente da ogni tipo di influenza.

Quali metodi consiglia per debellare o almeno indebolire questo male endemico?

Per ripartire bisogna avere il coraggio di parlare lo stesso linguaggio. Bisogna fare meno chiacchiere e più fatti. Ovviamente questo lo dico alla politica che ha poteri stratosferici ma anche ai cittadini.

Come giudica i pareri dell’opinione pubblica sul libro?

Premettendo che ho scritto i libro soprattutto per lanciare un messaggio, al di là dei discorsi di carattere economico, in tutte le conferenze stampa in cui ho presentato il mio nuovo libro ad esempio ad Avellino e a Scafati(conferenza che si è tenuta il 24 ottobre) ho notato grande entusiasmo e notevoli apprezzamenti. Inoltre molte persone sono state attirate da questo tema così attuale.

Infine, in questi anni la camorra e la mafia si sono evolute?

Sicuramente c’è stato un cambiamento. Prima erano più legate ad episodi di violenza mentre oggi sembrano avere una consistenza relazionata al business e quindi al mondo economico e politico. Bisogna stare attenti ad interpretare questo cambiamento in evoluzione o devoluzione.

Aniello Danilo Memoli

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