“Di chi è la colpa delle mancate spese per le attività di conservazione degli scavi di Pompei? Perchéla Direzione generale per l’archeologia non ha vigilato sull’attività della Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei dopo chela Corte dei Conti ha messo in luce la carenza di tali spese?”. Sono queste, in sintesi, le domande che una “squadra” di 16 senatori capitanati dalla parlamentare Pdl Diana De Feo rivolge, in una interrogazione a risposta scritta, ai ministri Galan e Tremonti. Nel testo firmato dai senatori (oltre che dalla De Feo, il documento è sottoscritto anche da Sarro, Fasano, Quagliariello, Gramazio, Ciarrapico, Viespoli, Poli Bortone, Sibilia, Speziali, Pontone, Spadoni Urbani, Caselli, Esposito, Malan, Valentino e Latronico) la tesi sostenuta è che negli Scavi di Pompei negli ultimi anni sia mancata quasi del tutto l’attività quotidiana di conservazione e manutenzione del monumento archeologico ma non per mancanza di fondi, che invece sarebbero stati “dirottati” su opere inutili e mai entrate in funzione come i “serpentoni” dell’ingresso di piazza Anfiteatro, i depositi e gli spogliatoi per il personale a Porta Nola e in viale San Paolino (questi ultimi casi peraltro già denunciati dalla Cisl beni culturali di Pompei nel 2008), il progetto “Pompei Experience”. A suffragio della loro tesila De Feo e i 16 senatori portano l’indagine conoscitiva che la Corte dei Conti ha avviato sulla spesa per la manutenzione del patrimonio archeologico italiano riferita al triennio 2007-2009. Dall’indagine emergono le cifre che sono state spese dalla Soprintendenza di Napoli e Pompei per le attività di manutenzione e tutela del patrimonio archeologico per gli anni 2007 e 2008, ovvero prima della dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Governo. “Tali cifre – scrivono i parlamentari firmatari dell’interrogazione – sono davvero drammatiche e testimoniano la quasi totale assenza di interventi da parte della Soprintendenza: infatti per il 2007 sono stati spesi circa 165.000 euro (destinati esclusivamente alla cura del verde) e per il 2008 sono stati spesi circa 266.000 euro, mentre a Roma (altra Soprintendenza speciale, quindi nella stessa condizione giuridico-amministrativa) nel 2007 sono stati spesi per la manutenzione 3.640.310 euro e nel 2008 sono stati spesi 3.668.141 euro. Cifre così scandalosamente esigue per la tutela e manutenzione del patrimonio non sono nemmeno imputabili alla carenza di risorse: infatti nel bilancio 2006 della Soprintendenza risultano giacenze di cassa (cioè risorse immediatamente spendibili) pari a oltre 98 milioni di euro e per il 2007 pari a oltre 74 milioni di euro”. Per questi motivi, secondo De Feo & C. “vi è stata una palese e colpevole incapacità di utilizzare al meglio le risorse innanzitutto per le attività di manutenzione, conservazione e tutela proprio da parte dei vertici della Soprintendenza”. La soluzione prospettata dai 16 parlamentari? “Ripristinare l’autonoma Soprintendenza di Pompei, separandola dalla Soprintendenza archeologica di Napoli”.
Marco Pirollo