Società partecipate, il Comune di Napoli riparte da zero

L’amministrazione comunale di Napoli aveva annunciato sin dalle prime ore dell’insediamento della giunta, che le cose sarebbero cambiate: il riassetto e l’accorpamento delle aziende partecipate del comune, fa ben sperare in questo senso. Sono molte infatti le aziende partecipate che nelle precedenti gestioni comunali hanno causato sprechi di denaro e inefficienza. Allo scandalo di qualche settimana fa della NapoliServizi, si aggiungono i vari progetti stanziati anche in collaborazione conla Regione (dell’epoca Bassolino): cifre enormi andate nelle tasche dei soliti noti.

Per la società NapoliPark, è pronto il congedo volontario di Francesco Lauro, presidente della società, e dell’intero consiglio di amministrazione. La giunta di De Magistris è già al lavoro per modificare lo statuto della società nata nel 2006 per il controllo della sosta. L’obiettivo è arrivare a un amministratore unico, come è stato fatto per Anm (nominato Renzi Brunetti) e Metronapoli (con Alberto Ramaglia) e quindi accorpare, nel giro di pochi mesi, le tre società che si occupano di trasporti e mobilità, in una società unica, per ottimizzare costi e personale.

Anche Riccardo Marone, fedelissimo bassoliniano, si è dimesso dalla contestatissima “Bagnolifutura”: l’esponente del PD ha scritto in una lettera al Corriere del Mezzogiorno, di “incompatibilità con alcune posizioni estremamente ambientaliste”, non specificando meglio contro chi o cosa stesse polemizzando.

Anche Bruno Discepolo, presidente di “Sirena-Città storica”, si prepara spontaneamente a lasciare, prima di essere messo fuori ufficialmente. Anche la società Elpis (già soprannominata “la partecipata buco nero”), che si occupa di affissioni e pubblicità, è nel mirino: è stato infatti approvato il nuovo statuto che da azienda mista la trasformerà in società comunale.

La giunta de Magistris ha in mente anche lo scioglimento di Stoà, la società che si occupa di formazione, diretta dall’ex assessore al Bilancio Enrico Cardillo, e la possibile messa in vendita a provati delle Terme di Agnano.

Anche NapoliOrientale non verrà risparmiata: la società per lo sviluppo della zona est di Napoli, è stata commissariata (ora se ne occupa Bruno Rossi, presidente dei revisori della Camera di commercio di Napoli), e le sue competenze sono per il momento affidate all’assessorato all’urbanistica.

Ha destato poi piacevole interesse anche nella provincia napoletana, il cambio al vertice del CAAN, il centro agroalimentare, dove il Comune ha nominato i nuovi rappresentanti nel Cda: Lorenzo Diana (membro dell’anfimafia) come presidente, Ulderico Catania (già amministratore di beni confiscati alla camorra) e Valentina Sanfelice.

Tutte le società partecipate dovranno presentare all’assessore Riccardo Realfonzo dei piani triennali, che saranno resi pubblici in rete attraverso il sito web del Comune.
La politica di razionalizzazione del Comune punta a ridurre dell’80% le esternalizzazioni (studi e incarichi di consulenza) e le spese di pubbliche relazioni e pubblicità (convegni, mostre, sponsorizzazioni, pubblicità). Inoltre saranno tagliate del 50% le spese per missioni (anche all’estero), per la formazione e del 20% i trasporti (titoli di viaggio, spese di taxi).

Mario De Angelis

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano