Il Vesuvio non è tra le Sette Meraviglie del Mondo

Il Vesuvio non è tra le sette meraviglie del mondo. L’ufficialità dell’uscita di scena del vulcano è arrivata nella serata di domenica. Il comitato di Zurigo ha comunicato i sette siti vincitori che sono Amazzonia, Cascate di Iguazù (Argentina), Monte della Meusola (Sudafrica), Baia di Ha Long (Vietnam), Jejudo (Corea del Sud), l’isola di Komodo (Indonesia) e il fiume sotterraneo di Puerto Princesa (Filippine).

In effetti nessuna bellezza naturale europea è riuscita a rientrare neanche tra le Top 14. A fare la parte del leone è stata l’Asia con Indonesia, Vietnam e Filippine tra le prime sette classificate.

In Italia solo la provincia di Napoli ha supportato la candidatura del vulcano e alcuni giornali come Il Mattino o a livello locale Il Gazzettino Vesuviano. Come ha detto il sindaco di San Sebastiano e presidente della Comunità del Parco del Vesuvio, Giuseppe Capasso, il disinteresse dimostrato dalle principali istituzioni napoletane e la scarsa promozione dell’evento hanno pregiudicato una positiva affermazione del Vesuvio tra le nuove 7 Meraviglie del Mondo. “Il Parco nazionale del Vesuvio – ha affermato Capasso – sta letteralmente morendo d’inedia. Occorre una svolta nelle politiche di valorizzazione delle aree protette”.

“Il Vesuvio non ce l’ha fatta: cos’altro ci aspettavamo? – ha dichiarato l’esponente di Sel Tonino Scala – Il vulcano è stato escluso dalla lista delle Sette Meraviglie del Mondo, una storia già scritta. Scritta dall’uomo, scritta dal cemento abusivo e di stato, scritto dalla munnezza illegale e legale, scritta dal nuovo piano caso che prevede abbattimento e ricostruzione etc etc. Cà nisciune è fesso mi vien da dire e non solo per il fatto che l’Italia non ha aiutato con il proprio voto, bensì per quello che hanno fatto al Vesuvio, a questa terra. L’epilogo di un qualche cosa che era stato già scritto. L’Italia non ci ha sostenuti, vero ma non solo nel concorso! Sono anni che questa terra viene maltrattata. Hanne misa ‘a munnezza pure dinte ‘a vocca do’ gigante! Starno a dirsi, strano anche a pensarsi, ma il Vesuvio, l’antico Vesevus decantato da Plinio è diventato una discarica. Lì dove c’era il Parco Nazionale, lì dove c’era la Lacrima Cristy, lì dove c’era la crisommola, lì dove c’era il pomodorino do’ piennelo ‘nce sta’ a munnezza. C’è crisi, una crisi cronica e in barba alle norme di tutela di un’area protetta per la presenza del parco o’ Vesuvio deve “risolvere” il problema. Che importa se il territorio vive di terra. Che importa se c’è un’economia che si regge sui prodotti tipici, quelli oggi tanto in voga: i Km zero. Che importa se per anni in quel cratere la camorra ha gestito per venti anni discariche abusive inquinando le falde acquifere e gli animi dei vesuviani. Sembra di rivedere il film del regista Daniele Lucchetti: “Arriva la Bufera”… quello con Diego Abatantuono, Silvio Orlando e Margherita Buy. Il luogo è diverso: la Sicilia. Il contesto lo stesso: una discarica in un vulcano. L’epilogo? Staremo a vedere. Sta di fatto che nel film la montagna si svegliò e non la lava, ma la munnezza coprì il piccolo paese alle falde del cratere. Cosa ci aspettavamo? Ah si se scete!”.

“L’esclusione del Vesuvio – hanno dichiarato il commissario regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli ed il consigliere provinciale Livio Falcone – dalle nuove sette meraviglie del mondo non ci stupisce. Gli stessi napoletani e abitanti dei paesi vesuviani non l’hanno votato. Si tratta dell’ennesima figuraccia e insuccesso della Provincia di Napoli guidata dal PdL e dal presidente Luigi Cesaro che prima ha realizzato in questo paradiso terrestre la mega discarica di Terzigno e poi ha proposto lo stesso Vesuvio al concorso per le 7 meraviglie. Cesaro è stato capace di farsi battere da Amazzonia, Indonesia, Vietnam e Filippine. Inoltre non dimentichiamo che mentre gli altri siti erano sponsorizzati dai governi nazionali il Vesuvio ha avuto il sostegno solo della provincia ma non del Governo nazionale e tantomeno dal Ministero dell’Ambiente. Ennesimo esempio del disinteresse del centro destra leghista nei confronti del territorio napoletano. Infine va sottolineato che un riconoscimento del genere avrebbe attratto su Napoli e provincia più turisti delle preregate dell’America’s Cup e per molto più tempo. Certamente non costava niente e non c’era possibilità di compiere speculazioni. Forse per questo è stato snobbato da tante realtà imprenditoriali interessate solo agli affari e non allo sviluppo del territorio”.

Giuseppe D’Apolito

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