Martedì 15 novembre 2011, gli agenti del Corpo Forestale dello Stato (CFS) bloccano un cantiere abusivo e denunciano il proprietario che, in barba a tutte le leggi a tutela dell’area naturale protetta, stava pesantemente compromettendo il paesaggio e la biodiversità del Parco Nazionale del Vesuvio. Come si apprende dal comunicato del CFS il reato è quello dell’abusivismo edilizio e conseguente livellamento di una vasta area coperta da macchia mediterranea, all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio. Di questo dovrà rispondere il 40enne, proprietario dell’appezzamento ed esecutore dei lavori, denunciato alla Procura della Repubblica di Napoli dagli agenti del Comando Stazione di Torre del Greco (NA) del CFS.
L’operazione è scattata in località Montedoro, nel comune di Ercolano (NA), durante l’espletamento di servizi di sorveglianza di un territorio di notevole pregio sia culturale che ambientale.
All’arrivo degli agenti diversi operai, impegnati nei lavori insieme al proprietario, si sono dileguati nei fondi limitrofi facendo perdere le loro tracce.
I Forestali hanno potuto constatare che i lavori erano stati avviati in assenza delle autorizzazioni necessarie.
Pertanto è scattato il sequestro dell’intera area di circa 2.500 metri quadrati di estensione, dei mezzi meccanici utilizzati nel cantiere e delle opere abusive realizzate. Si trattava di muri in cemento e pietra posti ai lati del fondo.
Per ottenere il livellamento e il terrazzamento della zona era stato effettuato un taglio eccessivo di piante (in prevalenza arbusti di lentisco e ginestra) e ciò ha destato massimo allarme per i Forestali dal momento che il sito è soggetto ad elevato rischio di frana e il disboscamento avrebbe potuto compromettere gravemente la stabilità del versante.
Sono diversi i vincoli violati, infatti la zona dell’abuso è sottoposta a vincolo idrogeologico e paesaggistico- ambientale, è considerata Sito d’Importanza Comunitaria (SIC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) dalle normative comunitarie in tema d’ambiente, è inclusa nei confini del Parco nazionale, è considerata dalle normative regionali “zona rossa” per il rischio legato all’attività eruttiva del vulcano ed è anche zona sismica, è inclusa nel Piano Territoriale Paesistico dei Comuni Vesuviani e, infine, è tutelata anche dal Codice dei beni culturali e del paesaggio.
Il responsabile dell’illecito, oltre alla denuncia, ha ricevuto una sanzione di circa 350 euro e la disposizione obbligatoria di ripristino dello stato dei luoghi.
Ferdinando Fontanella