Nel giorno della convalida da parte dei gip dell’arresto dei due presunti killer del 27enne Carlo Cannavacciuolo, sono giunti nuovi dettagli sull’indagine di carabinieri e Procura che ha permesso la cattura di Violanto (detto Nandino) Petrucci, di 26 anni e di Ciro Afeltra, di 28 anni.
Il gip ha dunque confermato le accuse formulate dal pm Barbara Aprea, di omicidio e tentata rapina in concorso tra loro. Nei confronti dei due è inoltre stato emesso un provvedimento di misura cautelare in carcere. A comunicarlo è stato nel primo pomeriggio di ieri il procuratore capo di Torre Annunziata Diego Marmo, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il capitano Gennaro Cassese, comandante della caserma dei carabinieri di Castellammare di Stabia, il tenente Fabio Ibba, comandante del nucleo operativo dei carabinieri di Castellammare, il tenente colonnello Nicola Conforti, del comando di Torre Annunziata, il maresciallo Angelo Arienzo, della stazione di Sant’Antonio Abate e il maresciallo Ciro Palumbo, della stazione di Pimonte.
Marmo ha quindi elogiato l’impegno messo in campo da Procura e carabinieri, che hanno lavorato fianco a fianco per individuare in soli cinque giorni i due presunti responsabili dell’omicidio di Carlo Cannavacciuolo, il 27enne di Santa Maria la Carità ucciso nella notte tra il 4 e il 5 novembre scorso durante un tentativo di rapina mentre si trovava in auto con la sua fidanzata nella periferia della cittadina sammaritana. Cinquanta i militari giunti sul territorio a dare man forte ai carabinieri delle locali stazioni e comandi che hanno lavorato in grande armonia.
“Naturalmente resta il dolore per un delitto che non sarebbe dovuto mai accadere. – ha detto il procuratore – Tuttavia bisogna anche registrare il fondamentale impegno dei carabinieri sul territorio. L’indagine a questo punto non è ancora conclusa, non possiamo deludere le aspettative da chi attende risposte da questa inchiesta”.
“E’ stato un lavoro corale – ha dichiarato il tenente colonnello Conforti – che mi ha lasciato senza parole”.
L’inchiesta è quindi partita da una segnalazione raccolta da una pattuglia dei carabinieri di Gragnano relativa ad una rapina subita da una coppia. Segnalazione registrata pochi minuti prima che venisse compiuto l’omicidio a Santa Maria la Carità. Nella denuncia ai militari è stata descritta tra le altre cose la presenza di una Renault Clio di colore blu scuro. Un dato che gli inquirenti non si sono lasciati sfuggire, cercando e trovando riscontri sul fatto che di notte una Renault Clio blu si aggirava a Santa Maria la Carità nei giorni oggetto di indagine. La svolta, però, è arrivata nel momento in cui il maresciallo Palumbo della stazione di Pimonte, ha scovato una segnalazione dei carabinieri di Gragnano datata alcune settimane precedenti all’omicidio. Nel fascicolo veniva descritto un controllo da parte dei militari nei confronti di due giovani pregiudicati che viaggiavano a bordo di una Renault Clio blu in una zona della città della pasta solitamente frequentata da coppie in cerca d’intimità. A bordo di quell’auto c’erano Petrucci ed Afeltra. Nello specifico, l’auto è di proprietà di quest’ultimo.
Successivi riscontri erano stati forniti dalle celle telefoniche dei due presunti killer, dagli alibi falsi forniti dai due presunti sicari, che avevano dichiarato di essere stati in giro con una coppia di ragazze durante le ore del delitto, ma le stesse hanno negato ogni cosa. Infine, i due uomini si sono contraddetti e, in una perquisizione in casa di Petrucci, sono stati ritrovati guanti di lattice utilizzati in caso di furti o rapine per non lasciare traccia delle impronte digitali.
L’inchiesta, come sottolineato anche da Diego Marmo, non si ferma qui. Nelle ultime ore Procura e carabinieri hanno registrato la denuncia di un furto di due pistole da parte dei titolari di un albergo di Pimonte. L’hotel è di proprietà di alcuni parenti di Afeltra e qui hanno lavorato per un breve periodo di tempo i due presunti killer. Il furto è avvenuto in un locale dove le pistole erano tenute insieme a due fucili, che non sono stati toccati. In particolare è sparita una pistola calibro 7,65 e una pistola calibro 38, compatibile con quella che ha ucciso Cannavacciuolo. Obiettivi primari dei carabinieri saranno a questo punto chiarire tutti gli aspetti di quest’ultima vicenda e ritrovare l’arma del delitto.
Francesco Ferrigno