Appalti assegnati alla camorra, in manette il consigliere regionale Fabozzi. Nell’inchiesta anche un appalto a Gragnano

Concorso esterno in associazione mafiosa: arrestato dai carabinieri di Caserta il consigliere regionale della Campania Enrico Fabozzi, oggi iscritto al gruppo misto ma eletto nel Pd e poi sospeso quando fu indagato un anno e mezzo fa.

E’ finito in manette per opera dei carabinieri di Caserta con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Fabozzi, secondo l’accusa, in qualità di ex sindaco di Villa Literno (Caserta), avrebbe stretto un patto con il clan dei Casalesi, in particolare con il gruppo capeggiato dal boss Domenico Bidognetti, per procurarsi appoggi elettorali in cambio di appalti. Sono stati arrestati per lo stesso reato anche gli imprenditori Pasquale e Giuseppe Mastrominico, già coinvolti nell’inchiesta sul G8 dell’Aquila: ritenuti legati al gruppo capeggiato da Antonio Iovine, si sarebbero aggiudicati tra l’altro un appalto illegale a Gragnano, la cittadina in provincia di Napoli di cui è sindaco Annarita Patriarca, del Pdl, moglie del sindaco di San Cipriano d’Aversa (Caserta), Enrico Martinelli, pure del PdL. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse su richiesta dei pm Antonello Ardituro, Marco Del Gaudio ed Enrica Parascandolo, della Dda.

Giuseppe e Pasquale Mastrominico, arrestati questa mattina dai carabinieri nell’ambito dell’inchiesta su appalti e politica a Villa Literno “sono stati individuati – si legge in un comunicato a firma del procuratore aggiunto Federico Cafiero de Raho – come imprenditori di riferimento del clan Iovine sul territorio di San Cipriano grazie al rapporto di stretta collaborazione che si era instaurato fra il boss Enrico Martinelli, classe 1964, oggi detenuto in regime di 41 bis, ed il sindaco di San Cipriano d’Aversa, suo omonimo, del 1971”. “In particolare – prosegue il comunicato – il rapporto fra il boss Enrico Martinelli e l’omonimo sindaco di San Cipriano è risultato dagli accertamenti compiuti dai carabinieri a seguito di una perquisizione in un covo individuato durante le ricerche di Antonio Iovine ed Enrico Martinelli, durante la quale fu trovata una vecchia macchina per scrivere che riportava impresse le tracce di una corrispondenza fra i due Martinelli; tra le lettere, una riportava la direttiva del boss al sindaco perché assegnasse l’appalto per la ristrutturazione del cimitero di San Cipriano ai Mastrominico, ricordandogli l’impegno elettorale del clan in suo sostegno”. Nel corso della conferenza stampa Cafiero ha confermato i forti sospetti su un appalto che i Mastrominico si sono aggiudicati nel Comune di Gragnano. Il procuratore ha, però, aggiunto che su questo argomento è in corso un’altra inchiesta che potrebbe essere compromessa dalla divulgazione di altri particolari.

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano
Condividi
PrecedenteOttaviano: nominati i membri del comitato di reggenza del Pd
SuccessivoInchiesta della Dda, l’amministrazione si difende: “Il Comune di Gragnano estraneo a quell’appalto”
Il giornale “il Gazzettino vesuviano”, fondato nel 1971 da Pasquale Cirillo e attualmente diretto da Gennaro Cirillo, si interessa principalmente delle tematiche legate al territorio vesuviano e campano; dalla politica locale e regionale, a quella cultura che fonda le proprie radici nelle tradizioni ed è alla base delle tante associazioni e realtà che operano sul territorio.Siamo impegnati a garantire la massima qualità e la massima integrità nel nostro lavoro giornalistico. Ci impegniamo a mantenere alti standard etici e professionali, evitando qualsiasi conflitto di interesse che possa compromettere la nostra indipendenza e la nostra imparzialità.Il nostro obiettivo è quello di fornire ai nostri lettori notizie e informazioni affidabili su una vasta gamma di argomenti, dalle notizie di attualità ai reportage approfonditi, dalle recensioni ai commenti e alle opinioni. Siamo aperti a suggerimenti e proposte dai nostri lettori, e ci impegniamo a mantenere un dialogo aperto e costruttivo con la nostra community.