Grazie al 60% delle merci taroccate, che riguarda prodotti in pelle, calzature, abbigliamento, l’industria della moda,una delle poche eccellenze della nostra regione, soffre una crisi drammatica, se pensiamo che fino a pochi anni fa, nel solo settore manifatturiero erano impegnate oltre 100 mila persone, mentre oggi sono poco più della metà.
Secondo studi prodotti dal dipartimento pmi del Nuovo Psi, continua Passariello, impegnati a produrre abbigliamento contraffatto nel nostro territorio sono i cinesi e quanti provengono dai paesi del sud est asiatico, in particolare dal Pakistan e dalla Corea, che costituiscono una illegalità diffusa che si annida, peggio di un tumore, all’interno del tessuto economico sano della regione, sfruttando anche capitali esteri di dubbia provenienza.
Nel solo distretto tessile di San Giuseppe Vesuviano, dichiara Passariello, molti imprenditori, a causa della concorrenza sleale, sono stati costretti a chiedere la cassa integrazione per i loro dipendenti, alcuni invece hanno dovuto chiudere i battenti per mancanza di commesse, i più fortunati sono invece riusciti a convertire le loro imprese in botteghe commerciali, alcuni di queste imprese fatturavano oltre 5 milioni di euro e offrivano continuità lavorativa a 50 dipendenti.