Anche Napoli ha avuto la sua manifestazione studentesca, come è accaduto in altre 70 città italiane: la partecipazione è stata molto grande, al di là delle aspettative.
Il lungo corteo, iniziato a Piazza del Gesù, ha attraversato la città oltre ogni percorso previsto, e per questo ha avuto delle dinamiche piuttosto confuse: ha infine violato la “zona rossa” imposta nei pressi della sede della Regione. Il corteo è stato caratterizzato da numerosi colori, molte voci che hanno reclamato diritti, reddito, una nuovo modello di governo del sapere come bene comune.
Alcuni giovani manifestanti hanno fatto irruzione pacifica alle Poste Centrali, consegnano due cassette piene di lettere, che avevano come destinatariola BCEe come mittente “Draghi Ribelli”, il movimento di protesta che sta imperversando in tutto il mondo.
Le rivendicazioni degli studenti (medi e universitari) hanno quindi per oggetto un nuovo modello di organizzazione del sapere e alcuni precisi punti, come affermano i giovani studenti del movimento universitario: “Chiediamo tutti noi l’introduzione di un welfare adeguato alla condizione di povertà a sottoccupazione, l’abolizione della legge 30 e del pacchetto-Treu, la reintroduzione e tutela del contratto collettivo nazionale e dell’articolo 18, l’abolizione di ogni spesa militare, la re-immissione di risorse nella scuola e nell’università, ripensando inoltre lo statuto del sapere come bene comune non mercificabile o quantificabile e organizzabile, nelle accademie e nelle scuole, solo in maniera democratica e partecipata”.
Nel corso della giornata anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha espresso solidarietà al movimento studentesco tramite il suo sito web: “Oggi 17 novembre è stata la giornata mondiale dedicata al diritto allo studio, alla conoscenza accessibile: sono beni comuni che non appartengono a nessuno, perchè appartengono a tutti, e che dunque a tutti devono essere garantiti.” – si legge nella nota – “L’esecutivo tecnico del senatore Monti, sancisce la delegittimazione della politica e la vittoria di alcuni soggetti forti (Cda della finanza e delle banche, vertici delle gerarchie vaticane). Non rassicura quanti hanno sempre criticato il piano di risposta alla crisi del precedente governo (il taglio agli enti locali, l’aggressione al welfare e ai diritti del lavoro e della scuola, la privatizzazione dei beni comuni); quanti sostengono che alla crisi economica e istituzionale si debba rispondere “politicamente” con a difesa dei beni comuni e non con la “tecnocrazia” a difesa dei pochi; quanti aspirano a veder realizzato un piano di sviluppo e crescita del Sud, condizione necessaria per sviluppo e crescita del paese intero”.
Poi il passaggio sugli studenti che hanno manifestato: “Con le loro manifestazioni gli studenti ci hanno ricordato tutto questo, la necessità di lavorare ad un’alternativa politica dal basso. Un’alternativa rispetto al berlusconismo ma anche al governo della finanza e dei tecnocrati, d’Europa e di casa nostra. Ascoltiamo dunque gli studenti. Sono loro, oggi, i nostri maestri.
Mario De Angelis