L’ area vesuviana è un luogo in bilico tra la bellezza e l’inferno, e spesso quella bellezza non emerge, soffocata dal degrado circostante. Il PD ha dedicato un’intera giornata, il 18 novembre, per individuare le soluzioni ma anche le cause di questo spreco di risorse e opportunità. L’iniziativa ha coinvolto esponenti nazionali e locali del partito da Marisa Figurato, responsabile del Forum della cultura regionale, e Domenico Tuccillo, vicesegretario regionale PD Campania, a Matteo Orfini, responsabile nazionale della cultura del PD, che hanno incontrato i rappresentanti delle istituzioni locali e visitato i siti che, sparsi a macchia d’olio sul territorio, costituiscono un parco archeologico senza pari al mondo. Le conclusioni provvisorie sono state prospettate nel pomeriggio all’hotel Vittoria a Pompei nel corso di un dibattito dai molteplici risvolti. L’attenzione è stata rivolta dapprima alle cenerentole di Pompei: Ercolano, dove si chiede maggiore sicurezza, Oplonti, martoriata dai furti ai turisti e lo stesso dicasi per Boscoreale, mentre a Stabiae, per accedere alle Ville in alcuni di casi si deve costeggiare una proprietà privata che rende irriconoscibile l’ingresso di un sito archeologico. Così i turisti, impauriti dalla criminalità e scoraggiati da collegamenti spesso inefficienti, in particolare per il museo di Boscoreale, rinunciano a visitare aree stupende, mentre il territorio perde occasioni di sviluppo. La soluzione, secondo Orfini, sarebbe creare una rete tra i diversi siti perché i visitatori di Pompei possano direzionarsi anche verso le realtà meno conosciute, in modo da ridurre l’abbandono e integrare la bellezza. Eppure nella stessa Pompei è difficile integrare la parte antica e moderna, come denuncia Vincenzo Mazzetti, segretario del circolo cittadino del PD, e questo, coniugato a infrastrutture carenti, impedisce un salto di qualità nel turismo che resta “mordi e fuggi”. Lo sviluppo, poi, significa anche posti di lavoro e negli stessi scavi di Pompei, come ricordano due sindacalisti, Nino Di Maio (CISL) e Biagio De Felice(CGIL), l’organico è carente. Si calcola, infatti, che dal 1997 al 2011 i dipendenti siano diminuiti di un terzo e si tratta soprattutto di custodi, operai, restauratori che garantivano una cura costante del patrimonio archeologico. Attualmente molte attività sono state esternalizzate e spesso per indire appalti i tempi dei lavori si dilatano e le emergenze si moltiplicano, rispetto al ricorso diretto e immediato a maestranze interne. Del resto, la legge di stabilità, secondo Marisa Figurato, prevede l’arrivo a Pompei di 12 architetti, 9 archeologi e un amministrativo, anche se è probabile una pioggia di ricorsi se verranno assorbiti dai concorsi regionali che si sono tenuti in altre parti d’Italia ma non in Campania. Tuttavia anche i nuovi fondi europei destano preoccupazioni: è necessario vigilare su come verranno spesi, sostiene sempre Marisa Figurato, per evitare interventi come quelli delle ultime gestioni commissariali, su cui sono in corso indagini della la Magistratura e della Corte dei Conti, amministrazioni che ci hanno lasciato un teatro grande sfigurato e un cantiere- evento, come quello dei Casti Amanti, dal notevole impatto visivo. Se sobrietà e concretezza sono le parole d’ordine di questo nuovo Governo, speriamo che queste parole possano ripetersi per l’area vesuviana e soprattutto per Pompei, perchè da simbolo della decadenza dell’Italia diventi emblema del suo rinascimento.
Claudia Malafronte