La valanga arancione inonderà Napoli, la Campania e si spera tutta l’Italia per combattere la casta, per abbattersi su un sistema politico macchiato di un vero e proprio peccato originale, quello che riduce la res publica in un gioco sporco, costituito di becero affarismo, triviali interessi immediati, compromessi a go go, in una deriva ormai incontrollabile e sempre più drammatica come del resto si presenta la situazione del Paese. E’ da qui che nasce il desiderio di rivalsa, seppur pacifica, di dire “basta, non ne possiamo più”, il grido dei giovani precari e disoccupati, di coloro che non riescono ad arrivare alla fine del mese, dei pensionati costantemente tartassati, ciò che è nato in Ucraina come moto di protesta contro le complesse condizioni di vita del Paese, contro un potere corrotto ed impopolare per i troppi scandali e poi trasformatosi nel più recente movimento degli “indignati”, diffusosi in tutto il mondo. E’ per questo che anche a Napoli nascerà un nuovo movimento politico-culturale al di là dei partiti e degli schieramenti, che nasce dal basso, dalla volontà della società civile di costituirsi in un organismo a cui la politica nostrana dovrà dare conto. Sabato prossimo, alle ore 16 presso l’hotel Holiday Inn (centro direzionale isola E6) a Napoli, sarà presentata alla città, l’associazione “Don Giulio Genoino”, dal nome del presule che fu insieme a Masaniello, di cui era mentore e consigliere, l’artefice della rivolta popolare del luglio 1647 contro il malgoverno spagnolo. Alcuni punti del manifesto costitutivo del nuovo movimento costituiscono le ragioni della sua venuta al mondo: la necessità di creare uno strumento in grado di raggruppare i cittadini indignati dall’operato di questa classe dirigente e pronti a trasformare l’energia prodotta dal dissenso comune per fini utili a tutta la comunità, condividendo e promuovendo un progetto politico che ristabilisca la sovranità del popolo e ridimensioni i privilegi della casta; la volontà di debellare qualsiasi abuso del potere politico, di cancellare l’attuale legge elettorale che non consente ai cittadini di esprimere il proprio consenso a favore dei propri rappresentanti, di ricomporre l’ormai consunto rapporto tra eletto ed elettore, di continuare a credere nella sovranità del popolo, di combattere il trasformismo dilagante, di rimettere al centro il cittadino e la sua voglia di contare e non di essere “contato”. “Solo così potremo sconfiggere il vero male, fatto di collegamenti, interno e strumentale al sistema e utile solo ad esso- si legge nel manifesto politico – è dunque necessaria un’alternativa che chieda un reale cambiamento, affinché la gente torni a contare, affinché non siano apparati di partito o sindacati collusi a decidere per noi ma noi a rimettere a loro le nostre volontà. Vogliamo questo, affinché il dibattito nei “nostri palazzi” (e non loro) possa essere realmente rappresentativo di tutti ed utile a tutti. Laddove non trovassimo riscontro in adesioni, resterebbero semplicemente le solite pagine di sfogo, un’utopia politica, ma se così non fosse, e se contrariamente a quanto detto, quest’ associazione politico – culturale riuscisse a far breccia in ognuno di voi, trovando dieci, cento, mille “Masaniello”, solo allora saremo pronti, perché si può scegliere di continuare a vivere in un paese fatto di fiction, veline e reality, felici di partecipare ogni tanto ad uno sfogo collettivo che non ha nessun reale obiettivo, oppure di metterci in gioco, disegnare un percorso, probabilmente istintivo, “di pancia”, come è stato in Spagna (Indignados), in Cile, nel nord Africa, scegliendo di essere protagonisti di un cambiamento fatto di nuove proposte atte a costruire un nuovo paese e una classe dirigente degna di rappresentare un grande popolo”.
Claudio Di Paola