Il dilemma del termovalorizzatore di Napoli Est

Il termine per la risposta al bando per la costruzione del termovalorizzatore a Napoli est, scadeva lo scorso venerdì alle 12 e per la terza volta nessuna società si era fatta avanti.
Alle 14.30 peròla Regione, tramite una nota, comunicava che “era pervenuta una offerta di manifestazione di interesse da parte della società Ati costituita da A2A spa (mandataria), Constructions Industrielles dela Mediterranèe (Cnim S.A.) ed Eureca consorzio stabile”. Offerta che però dovrebbe essere ritenuta non valida perché pervenuta oltre i termini.

“Una manifestazione di interessi per l’inceneritore di Napoli Est, inviata due ore dopo la scadenza del bando, significa nei fatti che la gara è andata deserta” – è il commento dell’assessore all’ambiente di Napoli, che aggiunge: “Le affermazioni della Regione rischiano soltanto di creare confusione istituzionale e di diffondere informazioni scorrette tra i cittadini. La verità è che non esiste alcun interesse per le imprese a costruire l’impianto a Napoli. Si trovi invece una soluzione condivisa, anche in vista degli incontri previsti in Europa per l’infrazione comunitaria”

Il 2 dicembre, infatti, Comune, Provincia e Regione, incontreranno a Roma rappresentanti della UE, per riferire sulla filiera dei rifiuti in Campania. Regione e Provincia premono affinché A2A veda accettata la propria offerta.La Regioneha infatti diramato una nota in cui spiega che “A2A, insieme a un consorzio di imprese, ha presentato un’offerta ammissibile, sebbene subordinata a ulteriori valutazioni”. In risposta anche la società interessata ha precisato: “Era stata chiesta una proroga ulteriore dei termini per ulteriori approfondimenti, ma non  ci è stata concessa: in seguito abbiamo consegnato un’offerta completa della parte tecnica, ma non abbiamo potuto consegnare la struttura del piano economico-finanziario, perché avrebbe richiesto più tempo vista la situazione finanziaria nazionale e internazionale”.

Regione e Provincia spingono dunque affinché il termovalorizzatore a Napoli Est si faccia, mentre di tutt’altro avviso è il Comune. L’assessore Sodano da tempo sta proponendo infrastrutture a basso impatto ambientale e in grado di smaltire quasi 100 tonnellate all’anno. “Oltre all’aiuto che dovrà arrivare dall’Olanda –  fa sapere l’assessore – (nei prossimi giorni infatti gli olandesi saranno a Napoli per chiudere l’accordo circa il trasferimento dei rifiuti via nave, ndr), ho proposto un impianto di “digestione anaerobica”. Il Comune ha già dato la disponibilità a costruire nella zona, con il consenso comunità locale, perchè che lì c’è già la centrale turbogas, che ha un bassissimo impatto ambientale”.

D’altra parte c’e’ da dire che si fa sempre più insistente la voce secondo cui settori di Confindustria napoletana, intenderebbero sostenere il progetto “Naplest”, presentato dalla cordata imprenditoriale di Antonio D’Amato (ex presidente di Confindustria). La costruzione del termovalorizzatore  danneggerebbe il progetto di risanamento edilizio e commerciale previsto per la zona orientale di Napoli. Probabile tuttavia che un “mini impianto” possa essere realizzato tra Giugliano e Villa Literno: ma anche in quelle zone non sarà facile ottenere il beneplacito degli abitanti, che annunciano una ferma resistenza.

Mario De Angelis 

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