Portici: emergenza sanità, le dichiarazioni dell’assessore Provitera

Un consiglio comunale monotematico sulla sanità pubblica a Portici  è l’occasione per fare chiarezza sulle politiche sanitarie condotte dall’Ente Locale e rassicurare il comparto sanitario del distretto sul futuro della sanità a Portici, dichiara l’Assessore Provitera.

In qualità di Assessore delegato alle politiche sanitarie curo i rapporti con la sanità locale sia pubblica che accreditata ed è nel mio mandato tutelare e difendere il diritto alla salute dei cittadini. “La salute è un diritto inalienabile dell’individuo e come tale non dovrebbe avere colore politico”; tuttavia in città,in questi ultimi anni,  le forze politiche ed istituzionali locali, cui spetta il compito di vigilare sulla sanità pubblica, affinché risponda agli standard dei LEA e ai reali bisogni della popolazione amministrata, hanno reagito con posizioni politiche discordanti, trasversali e talvolta anche contrastanti, sull’accorpamento del distretto di Portici alla ASL NA1 Centro, deciso nel 2008 dal Governo Regionale senza alcun confronto con le istituzioni Locali.

Abbiamo registrato, due anni fa un malcontento di tutto il comparto sanitario locale al passaggio del distretto alla ASL NA1 Centro, conosciuta come l’Azienda Sanitaria più grande e la più disorganizzata e la più indebitata d’Europa, che si è tradotto in un documento unitario del comparto che con chiarezza esprimeva un giudizio negativo pur dando mandato esplorativo al Sindaco di valutare attentamente le osservazioni esposte in occasione del “Forum d’ascolto” su sanità a Portici, di confrontarsi con le  istituzioni regionali per comprendere le vere ragioni di questa scelta e poi adottare provvedimenti condivisi nel merito.

Da quel momento si è proceduto alla istituzione di un tavolo interistituzionale permanete per la sanità locale, composto dalle istituzioni locali e dai commissari dell’ASL NA3 sud e di NA1 Centro oltre che dai  rappresentanti sindacali del comparto sanitario locale  e  dalle associazione dei malati cronici che hanno evidenziato subito una serie di criticità che se vogliamo essere franchi sono ancora tutte in piedi.

Tuttavia una serie di accelerazioni politiche da parte delle opposizioni istituzionali cittadine  hanno difatti determinato una spaccatura sulla politica sanitaria condotta dal tavolo di confronto tra istituzioni e comparto sanitario locale che pur tentando di pianificare l’accorpamento, non riuscì a garantire e a fare sottoscrivere i tetti di spesa dichiarati dai centri accreditati, già contrattualizzati con l’ASLNA3 sud, dalla dirigenza aziendale dell’ASLNA1 Centro.

Da ciò l’allarme dei Centri accreditati e le accelerazioni politiche delle opposizioni istituzionali cittadine che facendosi garanti di una trasmigrazione immediata del distretto alla ex NA5,  hanno, senza alcun dubbio, contribuito a generare confusione e false attese nel comparto sanitario accreditatato che sicuramente sono rimasti gli unici ad essere usciti  fortemente penalizzati dall’accorpamento distrettuale, sin dal primo momento, non solo in termine di riduzione dei tetti di spesa,uniformati a quelli dell’ASL NA1,  quanto per la situazione debitoria in cui versava e versa  l’ASL NA1 che non ha garantito i pagamenti delle pregresse prestazioni sanitarie ne di quelle in corso.

La politica locale deve tenere conto intanto di un dato incontrovertibile che la sanità pubblica, sul nostro distretto, viene garantita da decenni dai Centri accreditati per il 75% e dal servizio pubblico per il 25%  e che la domanda di sanità  territoriale e garantita e soddisfatta da questa integrazione sanitaria, e non da altri scenari ipotetici ed illusori di sanità locale.

Su questa base oggettiva, invito le forze politiche istituzionali ad esprimere una indicazione univoca alla Giunta e al Sindaco, possibilmente, scevra da pregiudizi e condizionamenti, unicamente a difesa del diritto alla salute dei cittadini di Portici.

Lo stato emergenziale generato dalla crisi debitoria dell’Asl NA1 non consente allo stato attuale di programmare la sanità aziendale e territoriale come in un primo momento auspicata. E’ parere condiviso dagli economisti che la programmazione potrà avvenire solo dopo il ripianamento del debito accumulato dalla ASL NA1,fino ad allora il rischio reale per quanto riguarda il nostro distretto è che la cittadinanza  non potrà più beneficiare del servizio sanitario erogato dai Centri accreditati perché posti sull’orlo del fallimento da questa emergenza e che il venire meno delle loro prestazioni causerà disagi alla salute pubblica distrettuale specie a danno delle fasce più deboli e bisognose della popolazione come  bambini,  anziani,  malati cronici e oncologici che si troverebbero nelle condizioni di spostarsi fuori territorio sia per prestazioni routinarie che specialistiche .

La classe politica locale deve prendere atto di questi pronostici non favorevoli per il distretto sanitario locale ed evitare di procrastinare scelte importanti che forse avremmo dovuto prendere due anni fa.

In questi ultimi due anni aspettavamo un potenziamento dei servizi e del personale del distretto; abbiamo registrato invece un palese depotenziamento a cominciare dalla carenza di personale infermieristico alla RSA e al Poliambulatorio di Via Libertà e del personale amministrativo del distretto che si è ulteriormente ridotto con l’andata in quiescenza lavorativa di alcuni dipendenti, per non parlare delle lunghe attese in diabetologia e della strumentazione desueta in dotazione del poliambulatorio.

Per il momento lo stato fallimentare dell’ASL NA1 non conforta i titolari dei centri accreditati territoriali che hanno ricorso legalmente per vedersi riconosciuto il loro diritto ad essere retribuiti le 20 mensilità arretrate ne, li conforta l’attesa per il mancato riconoscimento dei crediti che sarebbero serviti a potere beneficiare delle anticipazioni bancarie per pagare i loro dipendenti, fronteggiare le spese e pagare le tasse che invece hanno dovuto anticipare su quanto  dichiarato al Fisco. Tra l’altro la situazione debitoria dell’ASL NA1, non predispone le banche ad accettare i crediti avanzati dai centri.

Non credo che il Consiglio Comunale si debba, semplicisticamente, pronunciare di restare di qua o di ritornare di la,basandosi sui  dati numerici acquisiti e pubblicati sui manifesti in città che non riflettono la reale situazione distrettuale, che è quella descritta. Non può essere sufficiente poter beneficiare, in caso di emergenza sanitaria, della rete ospedaliera dell’ASL NA1 , per decidere a quale ASL appartenere. E’ di questi giorni l’allarme del direttore sanitario del Cardarelli per le decine di lettighe nei corridoi e della mancanza di ossigeno terapeutico indispensabile per la unità operativa di emergenza. Per non parlare della situazione critica in cui versa il Loreto Mare che ospita i malati in emergenza in lettiga  come ha determinato il Piano Ospedaliero Regionale che ha letteralmente declassato e depotenziato la rete della emergenza ospedaliera aziendale. Per non parlare della speranza di avere l’Ospedale del mare, forse tra dieci anni, tutto ciò impone la classe politica di fare delle scelte immediate e non utopistiche.

Si parla di scelte politiche che debbono mirare a garantire la continuità dell’assistenza pubblica di base, quella ordinaria perché quella è messa in pericolo restando nell’ASL NA 1 Centro.

Un altro indice di migliore assistenza sanitaria pubblica, riportato da qualche esponente politico locale, riguarda il numero di ore in più erogate per l’assistenza pubblica dall’ASL NA1 senza tenere conto delle branche della medicina richieste per appagare la domanda di sanità territoriale, a tutt’oggi possiamo dire che manca nel distretto di Portici, il dipartimento di salute mentale e che il servizio viene erogato ancora da Ercolano appartenente all’ASL NA3 sud, e che mancala FKTassicurata al distretto di Portici solo dal Centro Plinio che appartiene ad Ercolano (ASL NA3 sud).

Se a questo depotenziamento complessivo del distretto  aggiungiamo la possibilità che nell’accorpamento distrettuale, che l’ASL NA1 opererà per ridurre i costi, il Distretto di Portici, sarà accorpato a quello di  San Giovanni a Teduccio, di Barra e di Ponticelli e, molto probabilmente,trasferito fuori territorio per risparmiare l’oneroso fitto, e che tale scelta  graverà sui cittadini porticesi creando non pochi disagi nei rapporti col distretto nella espletazione delle normali attività: scelta e cambio del medico, ritiro presidi terapeutici, dei farmaci ecc. diventa un motivo in più passare alla ex NA5.

Quello dei Centri accreditati è un grido di sofferenza ed una richiesta di aiuto lanciato alle istituzioni che responsabilmente debbono ascoltare, come debbono ascoltare anche le altre segnalazioni,che provengono dalla sanità pubblica locale, quello dei medici di famiglia, ai quali, nel passaggio aziendale, nel 2008, furono assicurati le scelte fuori ambito (San Giorgio a Cremano e a Ercolano) mentre oggi con l’attivazione automatica del MEF stanno perdendo ad una ad una tutte le quote a loro carico.

Lasciamo che siano i livelli regionali della sanità preposti a ripianare i debiti e a riprogrammare la sanità regionale in modo da assicurare una sanità pubblica equa, omogenea e rispondente alla domanda di sanità dei diversi ambiti territoriali regionali. A livello locale assicuriamoci almeno l’erogazione dell’assistenza di base senza, messa in pericolo, ed evitiamo con maggiore vigilanza di subire passivamente le scelte che intendono operare i livelli istituzionali regionali come quelle operate dalla Giunta Regionale nel 2008.

L’abbandono dell’aula consiliare, dei consiglieri dissidenti, ha fatto registrare i limiti di un organo istituzionale preposto a dare l’indirizzo politico alla Giunta, resta il dato reale che il  Consiglio Comunale non si è ancora espresso sulla scelta da operare e che sul tema, ASL NA1 o ASL NA3, vige una indicazione politica data al Sindaco, un anno fa, dai segretari politici e dai capigruppo  istituzionali messa in discussione da molti di essi che hanno rivisto la loro posizione politica su questo argomento.

Allo stato attuale delle cose al Sindaco, massima autorità sanitaria della città, la scelta da operare finalizzato a garantire e a tutelare il diritto alla salute dei cittadini amministrati.

Visto il tema, quello della sanità pubblica a Portici, delicato e complesso era attesa la dichiarazione di ogni consigliere comunale pro e contro liberamente e democraticamente per la sintesi di una scelta univoca frutto di una deliberazione consiliare.

Nel corso dell’intervento pubblico ho inteso dare un contributo ragionato alla problematica ed auspicavo vivamente che il Consiglio Comunale di Portici deliberasse per un ritorno alla ex NA5 oggi ASLNA3 sud, con pieno mandato al Sindaco e alla Giunta di istituire un tavolo interistituzionale  permanente con il comparto sanitario locale per curarne tutti gli aspetti tecnici di tale scelta, convinto che solo in questo ambito aziendale potremo continuare a garantire i servizi sanitari di base alla cittadinanza e promuovere contestualmente la rete delle cure territoriali, avviate anni fa con l’azienda sanitaria di provenienza.

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