Fiat Pomigliano: i lavoratori tornano in fabbrica, ma l’azienda annuncia la disdetta degli accordi sindacali

E’ di questi giorni la notizia. i lavoratori Fiat dello stabilimento G. Vico di Pomigliano cassintegrati nei mesi scorsi, stanno progressivamente tornando in fabbrica per la produzione della nuova Panda. Quindi si potrebbe dire tutto risolto, nessun problema. Ed invece così non è, l’azienda torinese ha infatti annunciato la volontà di disdire gli accordi sindacali a partire dal 2012, provocando le ire della Fiom, che ha attaccato duramente Fiat, ed il segretario Maurizio Landini ha annunciato : “partiremo subito con due ore di sciopero per assemblee in tutti gli stabilimenti del gruppo Fiat”. Critiche durissime anche da Giorgio Cremaschi presidente del comitato centrale Fiom : “un anno e mezzo fa – ha dichiarato Cremaschi – a Pomigliano Marchionne per la prima volta imponeva il suo diktat. Allora in tanti dissero che quella era un’eccezione. Oggi quell’eccezione è diventata la distruzione del contratto nazionale e la negazione delle più elementari libertà per i lavoratori. Quello della Fiat – ha poi concluso Cremaschi –  è un sostanziale fascismo, perché non solo si vogliono imporre condizioni di supersfruttamento ai lavoratori, ma si vuole anche impedire ad essi la libera azione sindacale e persino il libero voto per le proprie rappresentanze. Nemmeno negli anni cinquanta la Fiat si sognò di abolire le elezioni delle Commissioni interne, oggi Marchionne stabilisce un sistema extracostituzionale ed extralegale che cancella per i lavoratori Fiat le libertà costituzionali”. Critiche durissime anche da Landini, che dopo aver annunciato la decisione di partire da subito con le due ore di sciopero di cui abbiamo detto in precedenza, non ha escluso l’ipotesi di sciopero generale, ed ha poi dichiarato : “Se questo nuovo governo ha qualcosa da dire di diverso dal precedente, lo faccia ora. Il tempo delle ipocrisie mi sembra concluso”. Ed ancora, ha poi concluso Landini : “quella della Fiat è una decisione inaccettabile che contrasteremo con i mezzi utili ed efficaci”. Insomma i battenti riaprono, i lavoratori tornano in fabbrica, ma la vicenda non si è ancora del  tutto archiviata.

Massimo Venturi

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