È noto a molti che tra le lave del Vesuvio, il vulcano più famoso del mondo, è nata la moderna scienza vulcanologica. Meno noto è che la lava vesuviana non ha stimolato solo le menti di illustri scienziati, ma è servita, sorprendentemente, anche ad audaci artisti che l’hanno usata come materia prima per forgiare splendide medaglie. Questi meravigliosi oggetti d’arte, nati dall’umore incandescente della terra, oggi sono in mostra presso il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino dove è allestita una singolare mostra di interesse vulcanologico. È, infatti, in esposizione nel capoluogo piemontese una significativa selezione delle medaglie di lava vesuviane appartenenti alle collezioni storiche dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) – sezione Osservatorio Vesuviano. La mostra – fanno sapere gli organizzatori – è nata da una collaborazione tra l’INGV-Osservatorio Vesuviano e il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino (MRSN), ed è stata allestita in occasione del VIII Forum di Scienze della Terra 2011 di Geoitalia al Lingotto di Torino. Il Vesuvio – spiegano gli organizzatori – è stato in attività semipersistente dal 1631 al 1944, con eruzioni effusive ed esplosive di bassa energia. Le frequenti colate di lava hanno favorito, a partire dalla prima metà dell’Ottocento, la produzione di medaglie coniate direttamente nella lava ancora fusa. Le medaglie venivano realizzate mediante punzoni metallici impressi su una piccola quantità di lava, prelevata dalla colata in prossimità dell’area di emissione. Questa singolare produzione – continuano gli esperti vulcanologi – ebbe origine per scopi di collezionismo scientifico, come per le medaglie realizzate nel 1819 e nel 1820 da Nicola Filomarino duca della Torre, e successivamente si espanse ad opera di artigiani che ne preparavano rilevanti quantità da vendere ai visitatori del vulcano. Le medaglie di lava assunsero nel tempo un valore commemorativo e, nella prima metà del Novecento, propagandistico. Il museo dell’Osservatorio Vesuviano possiede una collezione composta da 78 medaglie delle lave emesse dal Vesuvio tra il 1819 e il 1940. La collezione di medaglie di lava del Vesuvio, una delle più significative del Museo, fu costituita a partire dal 1935. I soggetti raffigurati sono estremamente vari: papi, imperatori, re, generali, scienziati, celebrità, luoghi come il Vesuvio, Capri, l’Italia, personaggi mitologici, religiosi, letterari. Negli anni Trenta del Novecento le medaglie celebrano eventi significativi della storia d’Italia, come la proclamazione dell’Impero, conquiste e vittorie militari e la nascita di figli del re. Molte delle medaglie di lava della collezione sono state donate da Alessandro Malladra (Torino, 1855-Roma, 1944), direttore dell’Osservatorio Vesuviano dal 1927 al 1935. Malladra aveva insegnato Scienze Naturali presso il collegio Mellerio Rosmini di Domodossola e aveva seguito i lavori di costruzione del tunnel del Sempione. Nel 1910 l’incontro con Giuseppe Mercalli a Milano cambiò per sempre la sua vita. L’anno successivo Malladra lasciò il Piemonte e seguì Mercalli, diventando suo assistente all’Osservatorio Vesuviano, dove studiò il Vesuvio con la stessa passione che ebbe per le Alpi. Meticoloso ed estremamente attento, Malladra dotò l’istituto di un moderno sistema di monitoraggio sismologico, compì accurate osservazioni dell’attività vulcanica del Vesuvio e fu segretario della sezione Vulcanologia dell’Unione Geodetica e Geofisica Internazionale e editor della rivista Bulletin volcanologique. La mostra delle medaglie di lava vesuviana, resterà aperta e visitabile fino all’8 gennaio 2012.
Ferdinando Fontanella