Il sesso mercenario, come la politica mercenaria, si continua a fare nel retrobottega. Avveniva anche nell’antica Pompei. In tempo di crisi, avranno pensato i “magnaccia” e le “lupe” di Torre del Greco, meglio dare il buon esempio e “tagliare” sui costi degli accessori (non delle marchette) per vendere sesso, organizzando l’offerta in “alcove shop”, color corallo, proprio per richiamare la vocazione del territorio della grande città vesuviana. Certo, la location sembrava intrigante e sicura, avranno certamente pensato. In fondo siamo nell’era dello shopping selvaggio e compulsivo, un’ambientazione in stile accende la voglia e fa crescere il business. Quasi perfetto. Tutti e tutte contenti, a giudicare da quanto i Carabinieri hanno intercettato e scoperto: salvo poi arrestare gli organizzatori, denunciare qualcuno e violare il piacere che si commerciava tra uomini diversi e donne coniugate e studentesse.
Ora che le Università (da Roma in sù) e i suoi professori, hanno “occupato” la politica per “salvare il Paese”, cosi si sente dire, ecco che i partiti sembrano ritrovarsi nei retrobottega delle istituzioni, proprio come a Torre del Greco, in attesa, come dice qualcuno, di “staccare la spina”.
La settimana scorsa, non un secolo fa, c’è chi ha festeggiato (?) la “liberazione” (Franceschini, Pd), chi “ha riso della sinistra che applaude ai poteri forti”, (La Russa, Pdl) e chi ha “minacciato”, promettendo: “farò ancora politica” (Berlusconi). Ancora, chi ha tirato un sospiro di sollievo, spiegando che “almeno una cosa buona c’è: finalmente non vedo più la Santanchè, era sottosegretario, non è Parlamentare” (Alessandra Mussolini, Pdl). Infine, chi ha spiegato che “i giornali cambieranno perché faranno solo due pagine di politica” (Enrico Letta, Pd). Meglio così, almeno per tanta porcheria trattata come “politica”, aggiungiamo noi.
Un sondaggio fatto conoscere agli italiani ha spiegato che il 70% di loro è contento del governo Monti. Grazie, ma qual’era l’alternativa alle soglie di un fallimento dello Stato italiano? Sono contenti (nel retrobottega) anche i due grandi partiti, dell’ex maggioranza (Pdl) e dell’ex minoranza (Pd) che, insieme (proprio così!), in una nuova maggioranza, ancora senza nome (perché non chiamarla “maggioranza del retrobottega”?) sostengono, con altri gruppi minori, questo governo.
Sappiamo ormai tutti che i professori-ministro del governo Monti, dovranno trovare tanti miliardi di euro per sanare i debiti pubblici e far restare l’Italia in Europa. Ma lo sa Monti che fuori dall’Europa la Campania, per certi gravi aspetti, lo è già?
Per come tratta gli scavi di Pompei e l’intero Patrimonio archeologico: uno degli esempi di spreco e distruzione più conosciuti al mondo. Ma non solo: c’è di peggio e riguarda il lavoro. Uno studio della Confartigianato sull’economia del Sud, compiuta incrociando statistiche Istat ed Eurostat, ha spiegato che siamo ultimi tra le 271 regioni d’Europa, per lavoro e tasso d’occupazione femminile, e primi in Italia per “inattività” con oltre un milione di cittadini, potenzialmente attivi, che il mercato del lavoro non prende in considerazione. Ancora un dato emblematicamente sconfortante: solo il 39,9% della popolazione campana in età lavorativa fino a 64 anni, ha un’occupazione, contro il 48,3% di Guadalupe.
Il retrobottega sarà pure un luogo del piacere, come ha spiegato la cronaca di Torre del Greco, ma la politica deve uscire da quel luogo e camminare in Europa, pensando europeo e agendo europeo. E’ ormai chiaro agli Indignados, ai lavoratori e ai giovani senza lavoro, a chi vuole fare impresa per crescere e far crescere il Paese, a chi vuol ripartire dal Patrimonio di cultura, ingegno e valori.
Le marchette della politica, nel retrobottega della società e dell’economia, non allungano la vita al Paese: lo deprimono, lo distruggono, cancellano il futuro, anche se ad aiutarci c’è un governo di professori.
Antonio Irlando