Ercolano: Ciro Santoro: “Non solo via IV Novembre contro il racket”

Il servizio di Repubblica Tv mandato in onda nei giorni scorsi fa riferimento ai commercianti di via IV Novembre come gli unici che hanno deciso di dire “no” al pizzo. “È innanzitutto irrispettoso nei confronti degli altri soci iscritti all’associazione antiracket di Ercolano le cui attività commerciali non sorgono su quella strada, oltre a quanto lo possa essere per altri commercianti ercolanesi, non iscritti all’associazione, o per le associazioni di categoria e i consorzi, nati sul territorio proprio per fare squadra in una guerra di natura sociale, che non individua soltanto la criminalità. Realtà queste che però possono dire con forza ugualmente di non essersi abbassati al giogo del pagamento del pizzo che i clan locali hanno imposto per anni al territorio”. Le osservazioni emerse nel servizio “sembrano mettere su una sorta di piedistallo i commercianti di via IV Novembre – dichiara Ciro Santoro, Presidente di “Ercolano Viva” –, lasciando trapelare un messaggio facilmente ed erroneamente interpretabile, come se la detta strada fosse l’unica dove esiste un commercio legale e sicuro, penalizzando ancor più aree come corso Resina, che stanno impegnando grosse risorse per riemergere anche economicamente, proprio aree che sono state liberate dalla presenza fisica dei clan. Proprio su corso Resina ci sono beni confiscati alla camorra e utilizzati da realtà sociali del territorio, come “Radio Siani” e centri di accoglienza quale “Casa Nelson Mandela”. Inoltre la suddetta via IV Novembre non è la strada con maggiore concentrazione degli associati in percentuale. A piazza Trieste, ad esempio, più della metà dei commercianti sono iscritti all’antiracket locale, e questo snodo non viene minimamente menzionato”. Questo non significa che le denunce non siamo servite. Anzi, tutt’altro. “Le denunce dei commercianti che sono andati contro i propri aguzzini sono state un punto di forza che si è andato ad incastrare con il già ottimo lavoro investigativo che stavano portando avanti le forze dell’ordine”, conclude Santoro.

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