Indagine contro i casalesi: richiesta di arresto per Cosentino,indagato Cesaro

Il giudice per le indagini preliminari di Napoli, Egle Pilla, nell’ordinanza che ha portato all’arresto di 57 persone e alla richiesta di autorizzazione alla Camera ha scritto “Nicola Cosentino e’ il referente politico nazionale del clan dei Casalesi”.

L’ordinanza continua presentando tutto l’intreccio tra politica e criminalità fatto di favori, appalti e voti di scambio: “I politici collusi si collegavano con gli esponenti apicali delle associazione criminali egemoni nei comuni della provincia di Caserta e, segnatamente, con i reggenti del clan Schiavone, Russo e Bidognetti, che con Nicola Cosentino, ricevendo sostegno elettorale, prestando la loro opera a favore del clan dei Casalesi, per agevolare l’attribuzione di risorse pubbliche attraverso l’aggiudicazione di appalti ad imprese compiacenti ovvero anche attraverso l’erogazione di assunzioni, posti di lavoro, contributi in vario modo denominati”. Ma il giudice per le indagini preliminari continua e scrive che i “vantaggi ottenuti anche attraverso il citato collegamento, a più alto livello politico, con Cosentino, deputato nazionale, coordinatore regionale del Pdl e gia’ sottosegretario di Stato, e con Ferraro Nicola, esponente di primo piano del partito Udeur in Campania, consigliere regionale nonchè politico colluso con l’organizzazione camorristica casalese, arrecavano vantaggio all’Ente camorra”.

Il procuratore di Napoli Giandomenico Lepore sottolinea con i giornalisti: “Non abbiamo fatto un torto al Parlamento, e abbiamo mandato la richiesta di arresto per Cosentino questa mattina stessa. Noi e loro agiamo di pari passo”.

Sulla sua pagina facebook il vicepresidente di Futuro e Libertà, Italo Bocchino ha scritto: “L’indagine contro il clan dei casalesi che ha portato alla seconda richiesta di arresto ai danni di Cosentino non fa altro che confermare quanto abbiamo detto nell’ultimo anno: siamo stati cacciati dal Pdl anche perche’ abbiamo posto in tempi non sospetti il “caso Cosentino”. Adesso il Pdl si interroghi, comunque in colpevole ritardo, se mantenere come proprio Coordinatore regionale nella seconda regione d’Italia uno come Cosentino”.

“L’ ennesima richiesta di arresto per l’ On. Cosentino Segretario Regionale del PDL ed il coinvolgimento del suo sodale Luigi Cesaro Presidente della Provincia ed anche Segretario Provinciale del partito di Berlusconi nel nuovo maxiblitz contro il clan dei casalesi – spiega il commissario regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli – non desta più alcuna meraviglia nella popolazione campana che oramai considera la politica allo stesso livello della criminalità e della camorra se non peggio! Se fossero vere solo il 10% delle accuse contro l’ ex Sottosegretario Cosentino e l’ On. Cesaro sarebbero di una gravità inaudita e bisognerebbe riflettere sul perchè Berlusconi ha affidato da anni a queste persone il suo partito sia a livello regionale che provinciale”.

“Ciò che non capiamo – continua Borrelli – è perchè il PDL insiste nel non destituirli subito dai vertici politici del partito. Per questo anche se da avversari politici bisogna sostenere i giovani rottamatori del PDL che nel prossimo week end si riuniranno a Palma Campania per aiutarli nella giusta battaglia per il rinnovamento del maggior partito di centro destra in Italia. E’ ora, secondo noi, che anche nel PDL campano i giovani, le persone per bene e le facce nuove e pulite abbiano lo spazio che meritano e mandino a casa una volta e per tutte i Cosentino ed i Cesaro”.

”Quello che sta emergendo, in queste ore, dall’inchiesta della Procura antimafia di Napoli, sulle connessioni tra il clan dei casalesi e la politica, e’ sconcertante. Mi chiedo come possa il Pdl continuare a fare finta di niente”. Lo dichiara Luisa Bossa, deputata Pd, componente della commissione antimafia. ”Per la seconda volta in due anni – continua la parlamentare – il coordinatore regionale del Popolo della Liberta’, Nicola Cosentino, e’ colpito da un ordine di arresto per vicende legate alla camorra. Cio’ nonostante, rimane al suo posto, e nessuno sente il bisogno di chiederne le dimissioni. E’ scandaloso”. ”Non e’ piu’ una questione di garantismo – prosegue Bossa -, che agisce nelle sedi giudiziarie. E’ ormai una questione di presunzione d’impunita’ del potere. La politica deve fare la sua parte, prima e meglio della giustizia, dando segnali chiari, precisi, contro qualunque sospetto di contiguita’. Il segretario nazionale del Pdl, che scrive libri contro la mafia, puo’ accettare che il suo partito sia rappresentato in Campania da un uomo che, secondo gli inquirenti, dovrebbe stare in carcere con gravi accuse di collusione?”

Stringato il commento dell’on. Nicola Cosentino: ”Capisco che gli inquirenti possano essere stati sviati dal pregiudizio che mi accompagna nel processo in corso presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, processo che io stesso ho richiesto per dimostrare la mia totale estraneita’ ad accuse assurde ed infondate”.

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