Napoli: no all’esercito esercito, ma Giugliano non ci sta a diventare uno sversatoio

Il neo ministro dell’ambiente Clini fa marcia indietro. Dopo le dichiarazioni allarmanti sul possibile utilizzo dell’esercito per far fronte alla situazione rifiuti a Napoli, il ministro ha ammesso: “A Napoli non c’è emergenza rifiuti, ho avuto la fortuna di sincerarmi personalmente, camminando per le strade della città”
Dunque niente esercito, ma misure concordate e aiuti concreti da parte del governo. Questo è emerso dall’incontro con il ministro Clini, a cui hanno partecipato il sindaco di Napoli, il governatore Caldoro, il presindente Cesaro. Saranno adottate misure per incentivare in tempi rapidi la raccolta differenziata, integrata con la valorizzazione dei materiali raccolti, per mezzo di un’impiantistica adeguata, in particolare con il trattamento del compostaggio in ambito locale.
A tal fine il governo fornirà ogni contributo per accelerare l’utilizzo dei fondi Fas al di fuori del patto di stabilità e la regione conseguentemente si impegna a dare immediata attuazione al programma.
Durante l’incontro, si è concordato sull’esigenza di affrontare con urgenza il destino delle sei milioni di tonnellate di ecoballe utilizzando, come chiesto dall’Unione europea, le migliori tecniche di valorizzazione energetica, integrate con l’utilizzazione del rifiuto urbano trattato negli impianti Stir presenti nella provincia di Napoli.
Si parla inoltre di una soluzione elaborata attraverso un nuovo decreto. Questo azzererebbe tutte le precedenti normative (anche se non è ancora chiaro se sarà abolita la provincializzazione della raccolta) e si articolerebbe su varie direttive: un termovalizzatore a Giugliano in grado di bruciare non solo il “tal quale”, ma anche le ecoballe che a milioni sono parcheggiate sul territorio di Giugliano. Dovrebbero essere riaperte alcune discariche, tra cui quella di Tufino. A Napoli Est, al posto dell’inceneritore contro cui si batte il sindaco De Magistris, un nuovo sito di compostaggio. Il commissario Vardé gestirà le discariche e il ministro Clini ha affermato che avrà ampi poteri straordinari, che gli permetterano di aggirare alcune norme, ove mai fosse necessario.
C’è da dire che l’ipotesi Giugliano era già emersa da un preciso decreto legge: precisamente l’articolo 10 della legge 26 del 2010, al comma 6-bis, afferma: “L’impianto di recupero e smaltimento dei rifiuti è realizzato, acquisita l’intesa con la provincia di Napoli o con la provincia di Caserta e sentiti i comuni interessati, presso un’area individuata nei territori dei comuni di Giugliano o Villa Literno”.
Il sindaco di Giugliano ha già fatto sentire la sua voce: “Giugliano non può diventare lo sversatoio di Napoli, ci opporremo con forza”. Anche l’assessore di Napoli Sodano è espresso cosi: “Giugliano è un territorio già martoriato: non sopporterebbe anche lo smaltimento di 6 milioni di ecoballe.
Poi ha aggiunto in una nota: “Noi siamo sempre stati culturalmente contrari all’inceneritori. Non abbiamo svenduto le nostre convinzioni, ma il Comune di Napoli può fare una battaglia e porre veti rispetto al territorio che amministra, ma non su altri territori.”
Di tutt’altro avviso è il presidente della Provincia Luigi Cesaro, che ha più volte dichiarato: “Chi pensa che il termovalorizzatore non sia la strada maestra da seguire, anche in buona fede come nel caso di Sodano, produce un danno alla collettività pari a quello prodotto da chi ha disseminato sul territorio quelle maledette ecoballe”

Mario De Angelis

  

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano