Gragnano, città col fiato sospeso per il rischio scioglimento

Una città col fiato sospeso. In bilico tra lo scioglimento dell’amministrazione comunale per infiltrazioni camorristiche e la “serenità istituzionale”, invocata a più riprese dal sindaco del Pdl Annarita Patriarca, per portare avanti il programma elettorale. Scadrà il 13 dicembre prossimo infatti il mandato della commissione d’accesso prefettizia, insediatasi a metà giugno al Comune. Sei mesi trascorsia spulciare atti e delibere comunali, al fine di accertare eventuali condizionamenti della criminalità organizzata nelle scelte di giunta e Consiglio. La prossima settimana il pool di investigatori scriverà al Prefetto una relazione sul caso Gragnano, che verrà poi inviata al Ministero degli Interni cui tocca il verdetto finale. Una decisione attesa entro la fine del2011 e che potrebbe spalancare le porte ad un lungo periodo di commissariamento per l’ente di via Vittorio Veneto. Tutto è partito con l’ormai nota vicenda dei brogli elettorali, che nel 2009 portò all’arresto di due cugini e che vede Giuseppe Coticelli (presidente del Consiglio comunale) tra gli imputati del relativo processo in corso presso il Tribunale di Gragnano. A quest’inchiesta,si aggiungono poi le istruttorie della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, composte di vari filoni. Su tutti, l’appalto di 12 milioni di euro per il recupero dell’ex monastero di San Nicola dei Miri, vinto dalla ditta casertana “Mastrominico srl”, i cui titolari furono arrestati per presunti collegamenti con il clan dei casalesi. Nei giorni scorsila Patriarca ha chiesto e ottenuto di essere ascoltata dal presidente della Commissione regionale Anticamorra, ribadendo la posizione sua e dell’amministrazione rispetto a questa vicenda. Vale a dire che il Comune,rispetto alla gestione di quell’appalto, non avrebbe avuto voce in capitolo,essendo stata l’intera procedura prima avviata e poi gestita dalla Tess. Nella lente d’ingrandimento dei magistrati antimafia sono finiti anche i 150 vani del cosiddetto “Housing sociale”, il piano di riqualificazione urbanistica che favorirebbe – secondo alcune ipotesi investigative – ambienti troppo vicini alla camorra locale e ad alcuni parenti del sindaco. Ma sotto esame ci sono anche altre, minori, gare d’appalto, bandite direttamente dal Comune. Sulla questione intanto è bagarre politica. Nelle scorse settimane il sindaco, che preferisce non rilasciare dichiarazioni in merito, ha ribadito la sua estraneità e quella dell’amministrazione a possibili connivenze con la camorra. Di ben altro tenore invece i commenti che giungono dal centrosinistra. “Le indagini della commissione d’accesso confermano che il nostro allarme su Gragnano era fondato – afferma Teresa Armato, senatrice del Pd e componente della commissione Antimafia – e che era necessario fare chiarezza sull’operato dell’amministrazione. Adesso aspettiamo la relazione che sarà inviata al prefetto, ma il nostro auspicio è che la politica riesca sempre a tenere fuori dalle istituzioni i tentacoli della camorra”.

Francesco Fusco

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano