Intervista a Domenico Borrelli. Tre i punti da cui far partire la trasformazione del territorio scafatese

Sul tema dell’ambiente abbiamo intervistato l’archittetto Domenico Borrelli, responsabile del settore per l’associazione «Progetto Scafati».

Architetto perché ha aderito a Progetto Scafati?
Quando l’amico Giuseppe Fattoruso mi parlò del progetto, fui subito colto dall’ entusiasmo. Conosco personalmente i componenti dell’Associazione e come loro condivido l’idea del rinnovamento morale della politica a Scafati. Usando un’ espressione del mio amico Orazio Patti, posso affermare di essere stanco di essere un osservatore passivo e indirettamente complice del “Disastro antropologico” di questi ultimi anni; e di disastri siamo pieni.
Quale contributo apporta all’ associazione?
Alla nostra As sociazione partecipano uomini liberi di diversa provenienza politica e culturale, ma tutti accumunati dalla stessa voglia di fare per la città. Io Dapporto all’ Associazione la “Cultura del Lavoro e della Perseveranza”, infatti provengo da una lunga esperienza e quanti mi conoscono sanno bene che la mia carriera professionale è stata costruita , pezzo dopo pezzo, solo grazie alla mia caparbia ostinazione e alle mie capacità professionali. La mia più grande soddisfazione è stata la vittoria, nel 1999 con altri colleghi, del concorso nazionale per il recupero e la riqualificazione della villa comunale di Scafati. Dal 2000 in poi mi sono occupato a 360° di progetti per le pubbliche amministrazioni supportati dal cofinanziamento della comunità europea. Negli ultimi anni mi sto dedicando alle energie rinnovabili e alle riqualificazioni ambientali. Il tema dell’ambiente è un tema fondante di Progetto Scafati?
Il tema dell’ambiente e dello sviluppo ecosostenibile è il cardine sul quale fondare non solo Progetto Scafati, ma tutti i Progetto Pompei, Torre Annunziata, Castellammare, Angri, etc. che ci auguriamo possano nascere e contribuire nei prossimi anni. Sono maturi i tempi per dire basta all’uso speculativo delle risorse primarie a vantaggio dei soliti noti. Gli effetti dei cambiamenti climatici sono evidenti e ogni anno aumentano di intensità. È dal marzo 2007 che il Consiglio europeo ha siglato un accordo successivamente declinato nel così detto pacchetto clima-energia-ambiente “20-20-20” che prevede, entro il 2020, il conseguimento di tre obbiettivi fondamentali:
1. riduzione obbligatoria del 20% delle emissioni di gas serra;
2. 20% di energie rinnovabili sul consumo energetico globale dell’Unione Europea;
3. aumento del 20% dell’efficienza energetica degli edifici.
E da questi obbiettivi che vorrei partire per affrontare qualunque questione legata alle trasformazioni fisiche del nostro territorio. Questione che per altro abbiamo già avuto modo di sollecitare con il convegno “Le ragioni del NO” tenutosi a luglio di quest’anno. Il tema dell’ambiente e del “dissesto idrogeologico” figlio del “disastro antropologico”, è certamente parte integrante della mia idea di città e di società che vorrei trasferire ai miei figli.

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