In comune fecero tutti orecchi da mercante, anzi si tenne a ribadire che l’area era stata studiata e monitorata con cura ed esistevano, allegate alla delibera che dava il via al progetto, le relazioni di esperti geologi che ritenevano i lavori eseguibili senza alcun timore. Ai moniti di Cannata non fu data nessuna attenzione anche perché il parere dell’Autorità di Bacino non era vincolante.
Purtroppo gli eventi smentirono la relazione tecnica del comune in quanto, nel 2008, diverse frane fecero parzialmente crollare il costone della Marina di Vico e solo grazie alla buona sorte non si registrarono danni a persone e cose.
La relazione allegata alla delibera e di cui si davano vanto i tecnici del comune fu a suo tempo molto criticata dalle opposizioni perché in alcuni punti era piuttosto una scopiazzatura mal riuscita da varie fonti e addirittura mancava la firma dei relatori. Tutta la delibera fu poi oggetto di esposti all’autorità giudiziaria in quanto ritenuta insufficiente a garantire la sicurezza dei luoghi.
Oggi, dopo quasi quattro anni, il comune ci ripensa e con una nuova delibera affida all’Università degli Studi del Sannio, Dipartimento di Scienze perla Biologia,la Geologiae l’Ambiente, la “realizzazione di studi a carattere geologico-tecnico finalizzati alla definizione dei caratteri geomorfologici dei versanti potenzialmente coinvolgibili da eventi di frana nel Borgo Marina di Vico”. Inoltre il gruppo di studio, coordinato dal Prof. Francesco Guadagno, fornirà il supporto tecnico nelle fasi successive di monitoraggio. La realizzazione degli studi come il supporto tecnico forniti dall’Università del Sannio, saranno eseguiti a titolo gratuito.
La cosa curiosa sta nel fatto che, nella delibera uscita qualche giorno fa, ci si richiama proprio al Parere dell’Autorità di Bacino emesso in quel lontano 2007. L’amministrazione comunale, con una sorprendente inversione di tendenza, ritiene che la riqualificazione del Borgo Marina di Vico debba essere compatibile con “l’allora vigente pianificazione dell’Autorità di Bacino”.
Quanto al sistema di monitoraggio, secondo l’amministrazione comunale di Vico Equense, oggi bisogna riconfigurare l’intero impianto tramite un operatore economico idoneo e specializzato. A tal fine il Comune destina la somma di 20.000 €.
Viene da chiedersi che fine ha fatto il vecchio impianto di “allerta frane” costato all’epoca ben 50.000 €. E’ mai entrato in funzione? E come mai è talmente deteriorato da richiedere un impegno di spesa così oneroso.
Tutta l’operazione, nonostante la nuova delibera, continua a destare perplessità in quanto sembra che in questi quattro anni nulla sia stato fatto per garantire la sicurezza in prossimità del costone del Borgo e che i luoghi siano rimasti nelle stesse condizioni in cui li descriveva il dott. Cannata. Nella zona il Comune vuole realizzare un impianto di viabilità alternativa, cioè un ascensore che porta direttamente alla spiaggia. Il progetto non è una novità essendo già da un po’ inserito nel piano delle opere pubbliche. Eppure non c’è stata notizia in questi quattro anni di nuovi studi sulla situazione idrogeologica del costone. Si è perso del tempo prezioso perseguendo politiche del territorio spicciole e prive di progettualità a lungo termine rimanendo impallati in una visione arcaica del “fare” che non porta sviluppo né ottimizzazione delle risorse. Al di là di posizioni ideologiche pregiudizialmente “contro” qualsiasi intervento di modifica dell’attuale assetto urbano, esiste la preoccupazione del tutto legittima e motivata che non si sia nelle mani di persone qualificate a mettere mano a grandi progetti. Tutta la presunta riqualificazione del Borgo Marina di Vico ne è una dimostrazione lampante.
Maria D’Ordia