Cimitero comunale, la società Edilimpianti s.a.s. di Sant’Antonio Abate denuncia il Comune di S. Maria la Carità per presunte irregolarità nelle procedure amministrative dell’opera pubblica. A darne notizia è direttamente uno dei soci-imprenditori della nota ditta abatese, il dottore Francesco Mirante che, come annunciato dallo stesso, ad inizio del mese di Ottobre ha tenuto a scrivere alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, al Comando della stazione dei Carabinieri di Sant’Antonio Abate e all’Autorità di Vigilanza sui Lavori Pubblici di Roma, per denunciare delle presunte irregolarità nella stipula della convenzione per il Project Financing tra l’ente comunale e la società consortile incaricata. Secondo l’imprenditore abatese della Edilimpianti s.a.s non tutte le aziende che hanno partecipato al bando di gara sono state messe nelle condizioni di gareggiare equamente, in quanto sarebbero state alterate le condizioni della libera concorrenza. Come tiene a spiegare Francesco Mirante già dal 2008, periodo in cui fu firmata la convenzione iniziale, c’era una grave inadempienza sull’accordo in quanto prima della firma non fu garantita dalla società consortile individuata il versamento del deposito cauzionale pari al 10% sull’importo totale dell’appalto come previsto dalla legge 163/2006, a garanzia degli obblighi contrattuali. Per un importo d’appalto di oltre 9 milioni di euro, una cifra poco più di 900 mila euro. A tale inadempienza si è giunto da parte della società consortile incaricata il mancato esborso della somma relativa agli espropri dei terreni nei termini previsti, dopo la firma della convenzione iniziale del 2008. Secondo la Edilimpianti s.a.s. tali condizioni, nel mancato rispetto delle leggi vigenti, avrebbero potuto favorire qualsiasi altra azienda interessata, in primis, proprio la stessa ditta abatese in quanto all’epoca dei fatti aveva rinunciato a partecipare alla fase dell’individuazione del soggetto concessionari perché non poteva versare il deposito cauzionale a garanzia degli obblighi contrattuali di circa 900 mila euro, a cui si sarebbero aggiunti le dovute somme necessarie per avviare gli espropri dei terreni entro 90 giorni dalla stipula della convenzione nel 2008. Il socio-imprenditore della Edilimpianti s.a.s. Francesco Mirante ha tenuto a fare alcune considerazioni: “Ho denunciato l’ente comunale nella persona del sindaco Franco Cascone perché la mia ditta, come tante altre, non è stata messa nelle condizioni di poter gareggiare equamente con la società consortile, successivamente incaricata. La mia azienda ha partecipato tra il 2004-05 alla “fase promotore” ma fu esclusa perché, secondo la commissione incaricata dal sindaco, non aveva i requisiti tecnici per parteciparvi. Tale decisione era ingiusta a tal punto che presentammo ricorso al Tar Campania che fu accolto dopo poco tempo e fummo rimessi alla fase promotore del bando di gara. Quando le procedure furono dirette per individuare il soggetto concessionario, cioè l’azienda che doveva incaricarsi dei lavori, la Edilimpianti s.a.s. fu invitata a partecipare dal sindaco Cascone come designata dal Consorzio Italia ma decidemmo di non presentarci perché, considerato il quadro economico degli interventi, il versamento da effettuare del deposito cauzionale, le somme da anticipare come azienda per espropriare i terreni, non eravamo nelle condizioni di poterlo fare. Oggi, considerato che il comune si è sostituito alla società consortile accollandosi i propri doveri aziendali, non provvedendo ad incamerare il deposito di circa 900 mila euro, provvedendo di tasca propria alla nomina dei vari consulenti e chiedendo dei primi anticipi ai cittadini per far partire gli espropri terrieri, abbiamo ritenuto doveroso chiedere il ripristino della legalità ed il rispetto della convenzione scritta nel 2008 perché ad oggi, non ha garantito ne il rispetto delle procedure previste e ne quelle esigenze dei cittadini”. In riferimento alla seconda inadempienza riscontrata, l’imprenditore Franco Mirante tiene a spiegare: “Il Project Financing è uno strumento attraverso il quale l’azienda privata provvede, a proprie spese, ad eseguire un’opera pubblica per poi consegnarla ad una comunità o un paese attraverso il pagamento di una somma individuale dei propri cittadini. Non si comprende come l’ente comunale ha informato i propri cittadini attraverso una comunicazione stampata e firmata dal sindaco Cascone, distribuita prima della richiesta dei primi anticipi sui loculi circa un anno fa, dove è stato chiesto a chiare lettere che “… tali somme verranno utilizzate dall’Ente per completare le procedure di esproprio già avviate, ecc…”. Purtroppo – conclude Mirante – è da più di un anno che ho chiesto urgenti chiarimenti al sindaco Casone e all’assessore ai Lavori Pubblici Giosuè D’Amora, senza mai ricevere nessun tipo di chiarimento. Appare davvero strano che solo dopo aver protocollato la denuncia alla caserma dei carabinieri di S. Antonio Abate, il giorno dopo ho ricevuto un fax dall’ufficio del sindaco Cascone che spiegava che l’accaduto era dovuto solo per una disattenzione, un mero errore. Non penso che si possano chiedere dei soldi a dei cittadini per una superficialità, ad oggi circa 500 mila euro, per cui andrò avanti per chiedere ai miei legali e alla Magistratura competente la recessione del contratto di convenzione firmato nel 2008 ed accertare eventuali illeciti di carattere penale e amministrativo commessi da chiunque”.