Bonaventura da Bagnoregio raccontava che San Francesco “volesse far qualcosa per ravvivare la devota memoria della nascita del Bambino Gesù. Dopo averne chiesto e ottenuto licenza dal sommo pontefice fece allestire un presepio, con del fieno dentro e accanto un bue ed un asino”.
Fu proprio San Francesco infatti a realizzare il primo presepe, nel 1223 a Greccio, anche se già verso la fine del ‘200 apparvero le prime rappresentazioni della natività come l’Oratium Praesepis di Arnolfo Di Cambio, conservato nella basilica romana di Santa Maria Maggiore.
Nel corso del ‘500, il presepe, pur restando uguale nella struttura compositiva – in basso la grotta, più in su le montagne con le greggi e lontano i magi-, vedrà i primi mutamenti: accenni al paesaggio e l’introduzione di altri animali, oltre ai già presenti bue ed asinello, come cani o capre; il secolo d’oro del presepe, però, è stato certamente il ‘700: è in questo secolo che conoscono grande sviluppo i presepi ‘colti’, come quello napoletano, che conobbe grande fama grazie all’impulso dato da Carlo e Ferdinando di Borbone, che fecero allestire i grandiosi presepi della Reggia di Caserta e nel Casino di San Leucio.
Il 7 Dicembre alla Galleria del Mare, presso la Stazione Marittima di Napoli, è stata inaugurata, con la collaborazione del Museo ARCA (il Museo d’Arte Religiosa Contemporanea) di Napoli, una mostra con lo scopo di far conoscere alle nuove generazioni l’arte presepiale partenopea del ‘700 che sarà possibile visitare fino all’8 Gennaio.
La mostra ha permesso l’esposizione di circa trenta opere di grande valore realizzate da artisti tra cui Luciano Testa, Gianluca Buonocore, Susi Gatto, Luigi Baia e Vincenzo Ammatura.
Un’occasione per valorizzare un aspetto caratterizzante della cultura napoletana come quello dell’arte presepiale, ricco di storia, cultura e simbolismi, se è vero quel che sostiene Camillo Langone, scrittore e giornalista: “Ogni presepe sussurra al cuore e spiega alla mente: gli angeli significano l’esistenza di una sfera superiore, di un mondo oltre il mondo; l’asino ed il bue di una natura non più ferina ma addomesticata e resa amica; la Madonna di un amore che è l’unica cosa che conta; i Re Magi di un annuncio rivolto al mondo: agli europei di Gasparre, agli africani di Baldassarre, agli asiatici di Melchiorre”.
E’ possibile visitare la mostra tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 20.00; l’ingresso è libero.
Maria Ilaria Incitti