Il peccato originale del “Satiro con l’otre” di Pompei

E sì. Siamo di fronte ad un vero peccato. Il tentativo di disfarsi con nonchalance del povero Satiro è proprio deprecabile, ed proprio ciò che l’ amministrazione D’ Alessio, pressata dai pii cittadini, votanti e pompeiani, sta tentando di fare. Ma a nostro parere l’ errore sta a monte. Il Satiro con l’otre, statuina di poco più di una decina di centimetri custodita al Museo Archeologico di Napoli, riprodotta a grandezza quasi umana, veniva a mancare di due accessori fondamentali e significativi per le sue nuove proporzioni e per il suo nuovo impiego. La statua che era fulcro di una fontana sarebbe dovuta essere fornita dello zampillo d’acqua che naturalmente sarebbe dovuta sgorgare dall’otre per finire un una coppa, mancante nella mano destra e che avrebbe chiarito la posizione ed evitato di scandalizzare gli ingenui passanti. Così come era stata posizionata favorì interpretazioni per nulla ingenue.
Quando fu realizzata la fontana, ormai del tutto snaturata , e dato il periodo natalizio, ridotta a poco più di un ampia vasca per capitoni ed anguille, si era sul finire del primo mandato D’Alessio. Di quell’ intervento i politici allora con responsabilità di governo cittadino e quelli attualmente in carica, ricordano che fu proposto ed offerto dalla Gori, la società dell’ acqua per capirci.
Assessore all’arredo urbano era Carmine Lo Sapio. Quest’ultimo ricorda benissimo l’episodio e ricorda anche che era suo intento posizionare la statua a pelo d’acqua nel bel mezzo della fontana con tanto di zampillo dall’otre. Ma, a dir suo, a voler intervenire sull’opera fu l’allora assessore all’Urbanistica, il Prof Gambardella, che parlava di “Fabbrica della conoscenza”, di campi da golf e di Sarno navigabile e purtroppo anche di fontane al centro delle rotonde.

Gennaro Cirillo

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