Il Gazzettino vesuviano | IGV

Prima visita del neoministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi agli Scavi Archeologici di Pompei

La prima visita a Pompei di Lorenzo Ornaghi da Ministro dei Beni Culturali non è sfuggita alla maledizione della pioggia che ha funestato tutti gli incontri ufficiali, annunciati o realizzati, che si sono tenuti nel sito di recente. Tuttavia a contraddistinguere la mattina del 18 dicembre è la novità del ministro e l’attesa per il destino di Pompei e dei finanziamenti europei precedentemente stanziati. Per mettere a punto la situazione il capo del dicastero della cultura si è intrattenuto con i vertici della Soprintendenza in una riunione tecnica per oltre un’ora. L’attesa non è stata del resto  priva di sorprese: un comitato di cittadini ed esperti, “Terramare 3000”, ha colto l’occasione per denunciare lo stato di Longola, sito protostorico ubicato a Poggiomarino, che rischia di tornare all’oblio dopo ingenti ritrovamenti. Gli scavi, infatti, iniziati nel 2000 in concomitanza con la realizzazione delle vasche di depurazione del Sarno, hanno portato alla luce migliaia di reperti a testimonianza della fiorente attività dei Sarrasti, popolazione italica che intratteneva scambi commerciali con Etruschi e Fenici, dai cui spostamenti, dovuti a continue alluvioni, avrebbero origine le città di Pompei e Nocera. Così, per questa Venezia della preistoria, che ha regalato agli studiosi alcune delle prime navi che solcarono il Mediterraneo, non solo manca attualmente un museo in cui esporre gli importantissimi reperti sin qui rinvenuti, ma si teme che i ben sette ettari per cui si estende la zona non verranno ulteriormente scavati. Nel frattempo, terminato   l’incontro con i vertici della SAP, il ministro Ornaghi  si è concesso alle domande dei giornalisti, ribadendo innanzitutto l’attenzione del nuovo esecutivo per il sito anche dato l’affetto che a livello internazionale lo stesso riscuote. A tal proposito, per quanto concerne l’interesse dei privati sulla città sepolta, occorrerà vigilare, a suo parere, sulle modalità di coordinamento della partnership pubblico-privata, per garantire il rispetto del bene comune, pur giudicando positivamente l’alleanza con l’UNESCO per la salvaguardia del sito. Sul fronte della manutenzione, il ministro ha dichiarato di aver trovato buono lo stato di conservazione di parte degli scavi, mentre altre parti richiedono un ripristino dell’ordinarietà. Per questo sono, ovviamente, necessari lavori e uomini. Sul primo versante, il neoministro ha preconizzato l’inizio dei lavori, finanziati  dall’UE con lo stanziamento di 105 milioni, per  l’estate del prossimo anno. La diversa data rispetto a quella prospettata dal commissario europeo Johannes Hahn è presto spiegata dal segretario generale del MIBAC, Antonia Pasqua Recchia: entro il primo trimestre del 2012 saranno realizzabili solo quei lavori che non richiedono lo svolgimento di gare europee, essendo necessarie le quali, invece, i tempi saranno inevitabilmente più lunghi. Sul tema assunzioni il ministro della cultura ha parlato di un’inversione di tendenza, laddove i prossimi pensionamenti consentiranno un turnover di venti persone, tra cui sono previsti soprattutto archeologi e operai,  una vera rivoluzione se si pensa che a Pompei oggi c’è  un solo archeologo. Altro argomento scottante  è la sorte degli scavi in vista delle festività di Natale e Capodanno: sempre la dottoressa Recchia ha confermato l’esistenza di un progetto nazionale per consentire l’apertura straordinaria dei siti culturali, ma a Pompei lo scontro verte sulla mancata soddisfazione delle richieste economiche dei dipendenti, per cui le trattative sono ancora in corso, seppure allo studio delle parti vi sarebbe la prospettiva di aprire il sito per metà giornata. In seguito all’incontro con la stampa, il ministro Ornaghi si è concesso una promenade negli Scavi, dal Tempio di Venere fino alla zona dei Teatri, passando per le Terme Stabiane e la Domus di Menandro, accompagnato dal Direttore Antonio Varone e dalla Soprintendente Teresa Elena Cinquantaquattro. Né durante la visita sono mancati degli imprevisti: dal ritrovamento casuale di un piccolo reperto sulla via Stabiana, prontamente consegnato in archivio, a un’enorme pozzanghera all’ingresso delle Terme Stabiane che ha costretto a uno slalom i visitatori. Proprio in questa due immagini potremmo cogliere il senso di questa giornata: carica di promesse per il futuro, pur nella consapevolezza degli sforzi necessari affinché  Pompei torni, se non all’antico splendore, almeno ad essere un sito da vivere in sicurezza, soprattutto nella stagione delle piogge.
Claudia Malafronte
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