Decreto commissariale 77/11: il consigliere regionale Monica Paolino scrive al presidente Caldoro

Il consigliere regionale Monica Paolino di concerto con il capogruppo del PdL Fulvio Martusciello, a seguito del convegno promosso dall’ANCI avente ad oggetto il Decreto commissariale n.77 dello scorso novembre, che impone agli ambiti sociali territoriali il vincolo di attenersi agli obblighi di compartecipazione in materia di concorso alle spese per prestazioni socio-sanitarie, ha inviato una missiva al Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro.

“Il Decreto commissariale n.77 – ha dichiarato il consigliere Paolino – aggiungendosi alla ormai cronica carenza di risorse, a seguito dei tagli operati dal Governo centrale e delle difficoltà finanziarie dell’Ente Regione, comporta un ulteriore carico di spesa per i comuni dovuto alla compartecipazione alle prestazioni socio-sanitarie. Situazione questa, che costringe definitivamente i Comuni in ginocchio. In qualità di vice presidente della VI commissione regionale, a nome del gruppo PdL, ho inteso chiedere al Presidente Caldoro, la convocazione di un tavolo di lavoro urgente interistituzionale, per discutere della revoca immediata del decreto regionale n.77/11, così come condiviso anche dall’ANCI. Provvedimento necessario, anche alla luce dei tagli operati dal Governo relativamente al Fondo Nazionale per le Politiche Sociali, regolamentato dalla legge quadro n.11/2007 che gestisce i servizi sociali della Regione Campania. Tale Fondo, infatti, da un miliardo e ottocento mila euro è stato ridimensionato a 150 milioni di euro, mentre il Fondo Nazionale per la non autosufficienza da 244 milioni di euro ha subito un drastico azzeramento. Dati questi, che prospettano un futuro ancora più drammatico per il comparto sociale. Per questi motivi, come gruppo PdL abbiamo posto tra le priorità assolute del Bilancio da approvare, la questione del rifinanziamento della legge 11/07, senza la quale i comuni non avrebbero più la possibilità di garantire i servizi essenziali in ambito sociale”.

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