E’ arrivata sul tavolo del prefetto l’attesa relazione sul caso Gragnano. Dopo sei mesi di indagini, i membri della commissione d’accesso insediatasi al Comune hanno dunque concluso definitivamente il proprio lavoro, mirato all’accertamento di eventuali condizionamenti camorristici nell’attività dell’amministrazione guidata dal sindaco Pdl Annarita Patriarca. Si prospetta così un Natale ad alta tensione nella città dei Lattari, almeno dal punto di vista politico. Un Natale che gli amministratori e i cittadini vivranno con l’incubo dello scioglimento per infiltrazioni camorristiche dell’assise cittadina. Intanto in Prefettura si studia la tabella di marcia che porterà al verdetto finale da parte del Ministero degli Interni. Nei prossimi giorni sarà convocato a Napoli il comitato per la sicurezza e la legalità, del quale fanno parte i vertici delle forze dell’ordine e i membri della commissione d’accesso che ha operato a Gragnano dal 13 giugno al 13 dicembre. Subito dopo il prefetto Andrea De Martino invierà una nuova relazione al Viminale che, secondo indiscrezioni, dovrebbe esprimersi tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio 2012. Il lavoro degli 007 prefettizi si è focalizzato su vari atti amministrativi comunali, tra delibere di giunta, determine e disposizioni consiliari. Tutto è partito con l’ormai nota vicenda dei brogli elettorali che, nel 2009, portò all’arresto di due cugini e che vede Giuseppe Coticelli (presidente del Consiglio comunale) tra gli imputati del relativo processo in corso presso il Tribunale di Gragnano. A quest’inchiesta, si sono aggiunte poi le istruttorie della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, composte di vari filoni. Su tutti, l’appalto di 12 milioni di euro per il recupero dell’ex monastero di San Nicola dei Miri, vinto dalla ditta casertana “Mastrominico srl”, i cui titolari furono arrestati per presunti collegamenti con il clan dei casalesi.