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I dieci passi proposti dal Faro del Sarno per salvare fiume e coste

Questa settimana il Faro del Sarno, la rete di associazioni e cittadini guidata dal PD, ha pubblicato il suo manifesto d’intenti. I 10 passi che lo compongono erano già stati anticipati durante la conferenza di lunedì scorso e costituiscono i punti essenziali per ristabilire un equilibrio nell’ecosistema del litorale e del fiume Sarno.

Il primo passo è aprire finalmente il nuovo depuratore alla foce del Sarno: questo servirebbe oltre 500.000 abitanti ed è fondamentale per il disinquinamento della costa.

Il secondo punto riguarda invece le reti. In realtà esiste già un programma per gli allacciamenti di Torre Annunziata, Castellammare di Stabia, Trecase, Poggiomarino, Striano e Terzigno; il punto è che non è stato mai avviato ma subisce continui ritardi e proroghe. Quella che manca è la rete nei comuni di Pompei, Boscoreale e Scafati, mentre per quella di Gragnano occorre addirittura reperire i fondi ed infine bisogna decidere la destinazione finale del collettore di Torre del Greco.

Il terzo passo è bonificare le vasche borboniche a valle del Vesuvio e programmare gli interventi nel medio-basso Sarno ed alla foce.

Il passo successivo riguarda la “sicurezza”, o meglio la messa in opera di un progetto europeo (che riprende il piano dell’autorità di bacino predisposto nel 2009) e da poco approvato, per la messa in sicurezza dal rischio inondazioni e la rinaturalizzazione dell’area del corso del fiume. Realizzare questo progetto prevede una spesa di oltre duecento milioni di euro che serve ad integrare il processo di disinquinamento.

Il quinto ed il sesto passo riguardano strettamente la politica: gestione degli impianti efficiente e governance.

Al settimo ed all’ottavo punto troviamo due elementi  importantissimi, ossia la “sostenibilità” ed il controllo della legalità. Occorre un cambio di mentalità da parte di enti locali, forze sociali ed imprenditoriali, ma anche da parte dei cittadini. E’ necessario inoltre aggiornare la rete dei controlli e delle pene per chi non depura, per chi scarica abusivamente, per chi smaltisce illegalmente rifiuti solidi e liquidi.

Nel nono punto troviamo la fruibilità delle sponde e del mare, ottenibile grazie ad interventi di pulizia e recupero di aree sempre più ampie di costa, inoltre, si può ipotizzare la predisposizione degli strumenti necessari per l’affidamento e la destinazione di queste aree.

L’ultimo punto è conclusivo e riassuntivo di tutti gli altri: memoria e futuro. E’ importante educare alla bellezza ed all’identità e di questo dovrebbero occuparsi scuola ed agenzie sociali attraverso azioni ad hoc, attraverso una costante sensibilizzazione al tema, insieme anche ai parchi del Vesuvio e del Sarno. Si propone anche di adottare aree, luoghi e creare nuovi percorsi di visita.

Il programma è encomiabile, i dieci punti essenziali anche se in realtà non ci sono novità rispetto a quello che da sempre si sa, tutte le istituzioni promettono e tutti i cittadini chiedono. La vera novità sarebbe che la rete costituita per il Faro del Sarno riuscisse nel raggiungimento anche parziale dei propri intenti. Non resta che aspettare le prossime proposte ed iniziative.

Anna Bottone

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