Dieci giorni senza corrente elettrica e senza riscaldamento, 45 bambini all’addiaccio nel periodo più freddo dell’anno: si sintetizza così l’incubo che sta vivendo la scuola paritaria dell’infanzia “Bimbi Lieti” di via Scala Montesanto, a Napoli, gestito dalle Figlie di Nostro Signore dell’Eucarestia, una congregazione di suore. A determinare l’incubo, un errore grossolano che ha trasferito l’utenza elettrica dell’asilo, e delle 6 suore che vivono nella struttura, da un gestore all’altro, senza che nessuno lo avesse mai richiesto. E’ successo che un cliente privato, richiedendo il passaggio da Enel a Eni, infatti, ha fatto in modo che venisse trasferito l’Istituto: difatti gli operatori della società energetica nell’attivare la fornitura hanno sbagliato il numero di “Pod”, cioè quello che identifica l’utenza: è stato trascritto un “72”invece che “722”e così la scuola paritaria, di fatto, è passata a Eni senza saperlo, al posto dell’utente che ne aveva fatto richiesta. Ma l’Eni, dal canto suo, non ha mai comunicato alle suore di aver attivato loro il servizio (anzi, per l’Eni la congregazione non è loro cliente, l’utenza con il numero di Pod delle suore è intestata alla persona fisica che ne ha fatto richiesta): le bollette ovviamente non sono state pagate perchè mai indirizzate alle suore e l’asilo, dunque, è rimasto dallo scorso mercoledì, praticamente senza corrente elettrica, perché involontariamente moroso. Ora sulla vicenda l’associazione Codici Campania, il Centro per i Diritti del Cittadino che difende i consumatori, ha presentato un denuncia penale e chiede a gran voce chiarezza: “Si individuino le responsabilità e chi ha sbagliato paghi”. Proprio Codici Campania aveva segnalato l’anomalia fin dal novembre del 2009. Da allora, infatti, l’asilo non riceveva più bollette. Inutile ogni reclamo e richiesta di chiarimento: neanche l’Autority per l’Energia, più volte compulsata è stata capace di dire alle suore di chi fossero clienti; così, non arrivando bollette (che evidentemente l’Eni mandava alla signora che aveva come cliente che ovviamente non pagava) e non sapendo a chi pagare, le suore non hanno pagato la corrente. Poi la riduzione di potenza della fornitura e la scoperta del clamoroso errore. “Solo Enel Distribuzione ha finalmente sbrogliato la matassa una volta che si è avuto il distacco, e tramite la responsabile dei rapporti con le associazioni dei consumatori si è attivata al massimo per chiarire la vicenda. Ma il distributore senza l’ok della società di vendita poco ha potuto fare per ripristinare la fornitura.” – spiega Giuseppe Ambrosio, segretario regionale di Codici Campania – “Da Eni invece abbiamo ricevuto solo inutili rassicurazioni e pochissima disponibilità; eppure la vicenda una volta chiarita era lampante, ed io stesso ho parlato telefonicamente ed a mezzo mail con addetti e dirigenti della multinazionale, inutilmente. A parole tutti disponibili, nei fatti le suore praticamente senza corrente da una settimana, con i bambini al freddo, potendo accendere solo la luce. Una chiusura netta al dialogo che, peraltro, coincide con l’uscita nostra e di altre associazioni dal protocollo di conciliazioni: una strana coincidenza. Per salvare la recita di Natale, che le suore preparano con cura ogni anno, l’istituto si è dovuto appoggiare ad altra struttura in quanto anche solo l’accensione del lettore cd faceva scattare il contatore. “A questo punto ci chiediamo anche a cosa serva l’Aeeg – l’Autorità per l’energia elettrica e il gas, alla quale ci siamo rivolti più volte, senza mai avere risposte. – prosegue Ambrosio – Un altro degli effetti distorti delle liberalizzazioni: se un utente viene trasferito da una società all’altra senza volontà, se non riesce ad avere risposte dall’Autority, a chi deve rivolgersi? Ci chiediamo, inoltre, dove siano finiti i diritti dei cittadini, trattati letteralmente come cifre e totalmente abbandonati al loro destino. 45 bambini sono rimasti al freddo per colpa di un numerino: questa circostanza non dovrebbe far dormire funzionari e dirigenti delle società che gestiscono la fornitura elettrica. Spero provino la giusta vergogna. Spero che le autorità giudiziarie civili e penali a cui ci siamo dovuti rivolgere tengano nel giusto conto queste circostanze”.