Caan di Volla, la verità sulle consulenze mirate a società create ad hoc

Argomento Centro AgroAlimentare di Napoli, sezione consulenze mirate a società ben definite e create ad hoc.
Qualcuno parla di consulenze “ad personam anche per quel che riguarda la gestione del Caan”, e stando ai fatti alcune operazioni non possono che essere fortemente sospette. In qualche occasione è stato insinuato qualcosa anche sull’attuale vice presidente Felice Petrella, avvocato ed uomo voluto dal sindaco di Volla, Salvatore Ricci, nel cda della megastruttura commerciale che insiste sul territorio vollese.
Proprio su queste tematiche abbiamo provato a fare un po’ di chiarezza e soprattutto a cercare di dare qualche nome in più, qualche responsabile in più alla vicenda legata all’incarico affidato circa dieci anni fa ad Assomercato Service.
Per verificare quanto detto abbiamo incontrato proprio l’avvocato Felice Petrella, vicepresidente del Caan. «La verità, come sempre, viene sempre a galla». Ha così esordito Petrella che nel fare riferimento ad uno specifico articolo realizzato dalla stampa locale e usato per porre qualche dubbio sul suo operato ha così proseguito: «… le presunte irregolarità risalgono all’anno 2000/2001, anno in cui di certo non c’era il sottoscritto a rappresentare il comune di Volla, ma quello che era il maggiore esponente della sinistra vollese, ovvero, Giovanni Ciro Mastrogiacomo, persona della quale non nutro assolutamente dubbi relativamente all’integrità morale.
Fatto sta – ha continuato Petrella – che Mastrogiacomo, nel 2001, sottoscrisse quel contratto con l’Assomercato srl, società che l’anno precedente faceva capo a Carmine D’Orazio, già vicepresidente della struttura e che annoverava tra i propri rappresentanti anche la figlia di D’Orazio e due generi, compreso Sergio Gambardella che oggi mi dicono essere uno dei generi dell’ex vicepresidente del Caan».
Nel corso degli anni questa società, a detta di Petrella, si è evoluta nella cancellazione di alcuni membri surrogandoli con altri. Quando si è dovuto procedere al rinnovo dell’incarico nella struttura societaria di Assomercato non comparivano né Carmine D’Orazio, né la figlia Anna, né tantomeno il genero Alfredo Rotondo . «Anche per questa ragione ho votato per il rinnovo dell’incarico alla Assomercato Service, consapevole del fatto che questa società fornisse un servizio al Caan e che, allo stesso tempo, nella struttura organica della Assomercato Service non compariva alcun elemento ostativo al conferimento dell ’incarico».
Mentre, quindi, nel 2001 nella società comparivano D’Orazio, la figlia, il genero e l’altro genero, nel 2008, quando si è trattato di riconfermare l’incarico, tali soggetti erano scomparsi. «Non ero certo io che potevo accorgermi che nel 2000 c’era un conflitto di interessi, avrebbe dovuto farlo colui che mi ha preceduto cioè quello che allora era il maggiore esponente ella sinistra vollese. D’altronde, questi attacchi così puerili e strumentali nei miei riguardi vengono da persone che potrebbero trovarsi con una barca con le migliori vele del mondo, il migliore vento, tanto per citare Seneca, ma che comunque non sarà capace di muoversi semplicemente perché non saprà dove andare. Il problema di fondo è che, in politica, bisognerebbe lasciare da parte le proprie manie, le proprie ossessioni, fisime e dare invece un senso ad un progetto.
Non è possibile andare avanti cercando solo, sempre e comunque, di dileggiare l’avversario. È questo un modo di fare che non appartiene a noi, persone di centrodestra, e che purtroppo a Volla negli ultimi tempi si è visto appartenere all’altra parte della classe politica cittadina».
Ma in sostanza, queste consulenze, incarichi pilotati sono veramente riscontrabili nella storia amministrativa del Centro AgroAlimentare?
«Certamente non c’è terminologia più adatta che “ad personam” per quel che riguarda l’affidamento degli incarichi al’ex vicepresidente D’Orazio e quindi certamente si può e si deve rimproverare qualcosa a coloro che hanno operato in tal modo, però non posso, non voglio e non voglio che altri provino a farmi sentire colpevole per cose accadute anni prima la mia nomina nel cda del Centro AgroAlimentare di Napoli. Non posso essere strumentalmente accusato per qualcosa che potrei dire essere stata fatta proprio dalla parte politica che oggi prova a fare insinuazioni del tutto infondate sul mio operato e magari su quello del sindaco Ricci. La verità viene sempre e comunque a galla».
Si continua a parlare anche di una sentenza che avrebbe obbligato il Caan a trasmettere i dati ai soci e quindi al comune di Volla e se ne parla come se questa sentenza finalmente dia la possibilità di far venire alla luce chissà quali verità nascoste. Quale è a sua posizione in merito?
«È vero che c’è una sentenza del TAR e del Consiglio di Stato che prevedeva la trasmissione degli atti al comune di Volla socio del Caan, ma quella sentenza si riferisce ad un periodo in cui si pensava che il Caan fosse un Ente di diritto pubblico. Successivamente una sentenza della Consulta ha stabilito che siamo di fronte ad un Ente di diritto privato, ragion per cui i documenti possono essere dati ai consiglieri di qualsiasi ente o non essere dati a discrezione del Caan.
Da parte mia ho sempre votato a favore del trasferimento dei dati ai soci così come sempre voterò a favore di questa procedura. È un dato verificabile che nell’ultima occasione, che portò poi alla richiesta dell’intervento del Tar, a votare contro la trasmissione dei dati furono tutti gli esponenti del centrosinistra, l’unico a votare a favore fui proprio io, rappresentante del comune di Volla che è un comune di centrodestra». Per concludere facciamo un passo indietro.
Qualche politico locale si è risentito di una sua affermazione rilasciata in una precedente intervista nella quale lei parlava di “bidoni arrugginiti, scaldabagni vecchi”, cosa si sente di dirci in merito?
«Certamente l’espressione l’ho usata, ma certamente non era rivolta ad alcun esponente politico vollese, ma a tutt’altra risma di personaggi.
Mi dispiace se sono stato frainteso non avrei mai fatto una affermazione del genere riferendomi ai politici della mia città».

Luca Paolo Cirillo

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