Si è tenuto nella giornata di mercoledì un incontro sulla vertenza Fincantieri a Roma presso la sede del ministero del Lavoro. Presenti al tavolo i vertici aziendali e i rappresentanti sindacali. Tema del summit era il rinnovo della cassa integrazione per il prossimo anno e la riorganizzazione del gruppo Fincantieri. La trattativa durata fino a tarda sera ha portato ad alcuni obiettivi: il sostegno degli ammortizzatori sociali per il 2012, la riscossione della tredicesima mensilità e la promessa da parte dell’azienda di voler puntare sugli stabilimenti navali di Sestri Levante e di Castellammare. Però lavoro e cassa integrazione non saranno riservati a tutti i dipendenti Fincantieri, a Castellammare solo in 400 su 650 saranno ‘salvi’. “Con l’accordo sulla cigs per riorganizzazione aziendale, abbiamo fatto un altro passo in avanti per una gestione equilibrata della difficile situazione di Fincantieri – ha detto il vicesegretario nazionale Ugl Metalmeccanici con delega alla cantieristica, Laura De Rosa – c’è l’impegno ad investire in tutti i siti e a colmare le carenze infrastrutturali esistenti, come quella relativa al bacino di costruzione a Castellammare di Stabia, per garantire un futuro a tutti gli stabilimenti italiani. Inoltre, la penuria di carichi di lavoro sarà coperta mediante un efficace sistema di ammortizzatori sociali. L’azienda -prosegue la sindacalista- investirà nella formazione e nella riqualificazione professionale per favorire il reinserimento dei lavoratori, in particolare i più giovani, collocati in cassa integrazione, mentre per coloro che nei prossimi anni matureranno i requisiti pensionistici sono previsti incentivi all’esodo”. Diversa è l’opinione coordinatore nazionale cantieristica navale della Fiom, Alessandro Pagano: “Il piano di ieri propone, anzi peggiora, quello precedentemente ritirato, prevedendo 1.243 esuberi e, non la chiusura, ma l’ufficializzazione del disimpegno industriale per i due cantieri Castellammare e Sestri”. “Si tratta di un piano identico a quello che fu bocciato la scorsa estate -continua Pagano- il che prevede il ridimensionamento di Fincantieri nell’attività di costruzione navale. In realtà con questo accordo solo 200 persone potranno avere lo scivolo verso la pensione, mentre per 1.000 lavoratori ci sarà la cassa integrazione e il futuro resta un’incognita”. Insomma il piano ‘lacrime e sangue’ presentato dall’ad Bono lo scorso giugno è stato ritirato ma la parola ‘esuberi’ spunta sempre ad ogni tavolo.
Raffaele Cava