Circa 50 lavoratori delle Terme di Stabia sono scesi in piazza per manifestare tutto il loro malcontento che deriva dalla grave situazione degli stipendi arretrati e dalla mancata presentazione del piano industriale, promesso dal direttore generale Trevisan al suo insediamento ma di cui oggi non vi è traccia. Nonostante sia arrivato un acconto dello stipendio (700 euro) hanno deciso di protestare perché preoccupati per il futuro dello stabilimento termale, che al momento presenta un buco in bilancio di quasi quattro milioni di euro. Dall’inizio del mese di dicembre i termali sono in cassa integrazione ed in attesa degli stipendi arretrati. La protesta è partita alle 10 e 30 quando i termali si sono riuniti all’ingresso del complesso del Solaro per poi scendere all’incrocio tra viale delle Terme e viale delle Puglie. Qui hanno bloccato il traffico veicolare per circa mezz’ora, poi il blocco si è trasferito all’inizio di viale delle Puglie (presso la rotonda). Alla protesta hanno aderito i lavoratori delle sigle sindacali di Cgil, Cisl e Ugl mentre Usae e Uil si sono dissociate. “Anche se abbiamo ricevuto un acconto dello stipendio poco prima di Natale tutto ciò non ci soddisfa – ha dichiarato Filippo Criscuolo, dirigente regionale di Cgil- Filcams – Siamo preoccupati per la mancanza del piano industriale di rilancio e di rientro degli stipendi arretrati. Non ci sono prospettive per la salvaguardia occupazionale. In questo anno e mezzo non si è mosso niente, a partire dalla gestione Iovieno e poi i vari Dello Ioio e Ventriglia. Non sono queste le premesse per il prolungamento della cassa integrazione. La ricapitalizzazione ci metterà al riparo dal fallimento ma sono capitali virtuali. Trascorreremo un Natale difficile, tutti i politici si passino una mano per la coscienza. Noi siamo facinorosi ma solo lavoratori preoccupati per il futuro dell’azienda”. “fa piacere che oggi sia arrivato l’acconto dello stipendio ma quello che ci interessa è il rilancio aziendale ed il rispetto dei periodi occupazionali – ha detto salvatore Suarato, rappresentante sindacale della Fisascat-Cisl – La ricapitalizzazione è slittata più volte e tarda ad arrivare. Quello che più ci rammarica è essere etichettati come zavorra dell’azienda (riferendosi ai lavoratori stagionali) e come facinorosi. Siamo lavoratori che non percepiscono lo stipendio, chiediamo garanzie. Non siamo strumentalizzati dalla politica, anzi faccio un appello affinché maggioranza ed opposizione si uniscano per risolvere il problema”.
Raffaele Cava