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Il Comune di Castellammare dichiara guerra al degrado post-terremoto

Il Comune di Castellammare di Stabia dichiara guerra al degrado urbanistico «ereditato» dal sisma del 1980 e avvia le procedure per la riqualificazione delle aree danneggiate dal terremoto che, a distanza di oltre trent’anni, non sono state ancora recuperate. L’Amministrazione comunale, infatti, con l’invio di apposite lettere, metterà in mora i proprietari (e i casi sono numerosi, in città) che non hanno presentato o coltivato istanze di ricostruzione, così come previsto dalle norme che la disciplinano: la legge 219/81 e successive modifiche e integrazioni.

«Il Comune, in questo modo, assegnerà loro un termine per la presentazione di un progetto di intervento o, comunque, per la riattivazione dell’iter, ipotizzando – in caso di ulteriore inadempienza – azioni sanzionatorie che vanno dalla perdita del diritto alla ricostruzione alla realizzazione delle opere in danno fino all’esproprio delle aree per poi realizzarsi opere di pubblica utilità. In questo modo, l’Amministrazione si sostituisce ai privati inadempienti», hanno commentato il sindaco Luigi Bobbio e l’assessore all’Urbanistica Francesco Di Somma.

«Il mancato completamento delle opere, che oggi è visibile in città con aree di sedime di edifici non più ricostruiti o diroccati, ha determinato non solo un danno patrimoniale per gli interessati, ma un danno al paesaggio ed all’assetto urbano della città, provocando di fatto un vero disagio paesaggistico e all’immagine di Castellammare di Stabia, oltre che una fonte di pericolo per l’ incolumità e la salute pubblica», hanno concluso.

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