Nuove assunzioni agli Scavi di Pompei: arrivati in forza alla SAP 23 funzionari nominati dal MIBAC

Il 2012 si apre con un altro evento che ha per protagonista la Soprintendenza Archeologica di Pompei, questa volta, per fortuna, non apocalittico, anzi di buon auspicio. Si tratta del’arrivo di 23 funzionari, risultati idonei ai concorsi indetti dal Ministero dei Beni Culturali anni or sono, concorsi che hanno vista esclusa la Campania tra le regioni concorrenti all’implementazione dell’organico, ragion per cui non solo il personale suddetto proviene da altre realtà regionali, ma su queste assunzioni, o meglio destinazioni, sono prevedibili  ricorsi all’autorità giudiziaria. Singolare anche la composizione dell’organico: per la gran parte costituito da donne, in verità la presenza maschile è ridotta all’esiguo numero di due rappresentanti, e per lo più giovani, intorno ai 35 anni. L’arrivo dei funzionari di nuova nomina richiederà un coordinamento da parte della Soprintendente Teresa Elena Cinquantaquattro, al suo rientro delle vacanze natalizie, anche se è ipotizzabile il loro impiego in una task – force dedita alla impellente messa in sicurezza del sito, che dovrà svolgersi con i fondi ordinari a disposizione della SAP. I fondi europei, infatti, pur disponibili da gennaio, dovranno essere utilizzati previo espletamento delle gare europee che richiedono tempi più lunghi, per cui, i relativi lavori, non avranno inizio prima dell’estate, come già dichiarato dal Ministro della Cultura Lorenzo Ornaghi. Tuttavia i neo funzionari non mancano di destare ulteriore sorpresa e delusione: tra le professionalità destinate a Pompei si contano soltanto 13 archeologi, 9 architetti e un amministrativo. E fin qui nulla quaestio, non se ne discutono la professionalità o i meriti, ma la difformità rispetto ai proclami precedenti. Che fine hanno fatto, viene da chiedersi, gli operai che dovevano essere destinati alla manutenzione ordinaria del sito? E i nuovi vigilanti che dovrebbero sia salvaguardare la sicurezza sia essere la prima sentinella in caso di crolli,  garantendo un monitoraggio costante dell’area archeologica? Finora nessuna traccia di queste figure professionali, la cui assunzione pure era stata annunciata, è pervenuta. E non si fa riferimento a figure di secondo piano per gli interventi urgenti che il sito richiede, tenendo conto che il ricorso alla manodopera interna abbatte i tempi e i costi dei lavori rispetto alle esternalizzazioni di cui ormai è piena l’Italia e di cui sembra non si possa fare più a meno. Pertanto non possiamo che essere parzialmente soddisfatti di questi nuovi arrivi, nella speranza che riescano a fare in fretta e meglio di chi li ha preceduti. In attesa che anche operai e vigilanti, tanto invocati quanto necessari, vengano assorbiti.

Claudia Malafronte 

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