Primo omicidio di Camorra del 2012 a San Giorgio a Cremano. Ucciso un pregiudicato 54enne

Piombo e sangue. La camorra “inaugura” il 2012 con un’esecuzione eclatante. A  un anno esatto dal duplice omicidio di Luigi Formicola, pregiudicato e Vincenzo Liguori, innocente padre della nota giornalista del Mattino Mary Liguori, San Giorgio a Cremano balza di nuovo agli onori della cronaca (nera) per un nuovo assassinio di chiaro stampo camorristico. La vittima, Mario Leone, 55 anni, anch’egli pregiudicato affiliato al clan Abate, con precedenti per estorsione e droga, ex sorvegliato speciale e sottoposto a libertà vigilata dal 13 luglio 2011, residente in via Sant’Anna, nel tardo pomeriggio di domenica scorsa è stato raggiunto da sicari, a bordo di uno scooter tipo Gilera, mentre era a piedi ed è stato crivellato di colpi in pieno centro. Una decina di colpi lo freddano dopo un vano tentativo di fuga. Leone è morto prima del trasporto in ospedale. L’agguato sarebbe stato ripreso, anche se solo parzialmente, da una telecamera di piazza Troisi. La vittima avrebbe corso per circa trecento metri, dopo aver sentito un motorino sopraggiungere alle sue spalle, con in sella due uomini coperti da caschi integrali. Dopo i primi due colpi che mancano il bersaglio, uno dei due killer cade dal mezzo, si rialza, e rincorre Leone lungo via Sant’Anna fino a via Ferrovia, nei pressi della stazione della Circumvesuviana. Ma qui l’occhio elettronico non riesce a riprendere ciò che avviene. Il pregiudicato viene raggiunto da sette colpi calibro 9×21 nella schiena, nelle gambe, nell’addome. Ma ai sicari non basta e, inspiegabilmente si accaniscono sul cadavere, fracassandogli il cranio colpendolo più volte col calcio della pistola. Dopo pochi minuti, una telefonata anonima dà l’allarme. Sopraggiungono i carabinieri della compagnia di Torre del Greco supportati dai colleghi della stazione locale per la ricostruzione della dinamica. Per tutta la notte sono state eseguite numerose perquisizioni e prove dello stube. Nessun testimone ha assistito al delitto e le indagini procedono a tutto campo, anche se la pista dell’epurazione interna a seguito di un eventuale sgarro sembra privilegiata. Nel suo passato criminale Leone milita in almeno due clan del vesuviano, quello degli Abate, meglio conosciuti come “i Cavallaro”, egemone a San Giorgio nel traffico di stupefacenti e nelle estorsioni. Negli anni Novanta viene assoldato dal clan Moccia di Afragola. Tutto ciò prima di darsi alla latitanza, per una decina d’anni, e far perdere le proprie tracce. Fu catturato solo nei primi anni 2000 ed è stato in carcere per altri dieci anni con l’accusa sempre di associazione camorristica. Era tornato in libertà da poco; prima in regime di sorveglianza speciale, poi, dal 13 luglio dello scorso anno, in libertà vigilata. Sull’accaduto il sindaco Domenico Giorgiano nega seccamente che la città sia in preda alla violenza e alla criminalità organizzata:”Siamo una delle città più sicure e serene del territorio vesuviano. Quanto avvenuto oggi, o un anno fa, sono purtroppo episodi che difficilmente si possono contrastare, tenendo conto della violenza che pervade l’area vesuviana possiamo ritenerci fortunati se in città abbiamo comunque una media bassa di episodi simili”. Naturale che un primo cittadino voglia rassicurare la sua cittadinanza al fine di bloccare sul nascere la possibile diffusione di inutili allarmismi, ma la realtà non tiene conto dei bilanci e delle percentuali pur poco significative di episodi del genere. I cittadini chiedono maggiore sicurezza e ferma volontà di combattere quotidianamente i rischi dovuti alla presenza di malavitosi sul territorio.

Claudio Di Paola                  

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