Castellammare, il Pd: “Bobbio chiederà il certificato antimafia pure al Santo Patrono?”

Alla faccia tosta non c’è mai fine. Ormai questo Sindaco non fa nemmeno più ridere. Abbaia alla luna e risulta essere sempre più una macchietta.

È il Partito democratico stabiese che in una nota attacca il Sindaco Bobbio sulle dichiarazioni rilasciate a proposito della festa del Santo Patrono della Città delle acque.

“Bobbio chieda le certificazioni antimafia a Cosentino e ai suoi amici –affermano i democratici stabiesi. Sta infangando la nostra città da quando si è insediato. Pur di attirare i media si lancia in diffamazioni improvvisate lasciando intendere che a Castellammarela Chiesasia a fianco alla delinquenza”.

Diamo piena solidarietà al Vescovo e alla Chiesa locale; non si può strumentalizzare finanche la festa patronale solo per fare “un giro” sui quotidiani nazionali attirati dai temi dell’anticamorra. E chi sarebbe poi l’anticamorra? Bobbio? Cose da pazzi!

Ma veramente Bobbio pensa di trovare proseliti con questi comunicati da predicatore della legalità? La legalità non si predica, si pratica.

Il Sindaco ha dimenticato che la sua maggioranza si fonda su cinque consiglieri comunali rinviati a giudizio per il caso cd. “gettonopoli”?

Ha dimenticato che un mese fa, all’hotel “La Medusa” ha reso omaggio e sedeva accanto all’on. Cosentino di cui la magistratura ha chiesto l’arresto, avallato dalla competente commissione della Camera dei deputati?

Ha dimenticato di aver coperto illegittime assunzioni clientelari nelle società partecipate?

Ha dimenticato di aver nominato assessore la “papi girl” Romano ora rinviata a giudizio per reato di falso?

Ha dimenticato di aver dato ingiustificate e illegittime consulenze per migliaia di euro?

Perché il Sindaco non chiede il casellario giudiziario e i carichi pendenti ai suoi amministratori di società partecipate? Perché non guarda alle ditte in subappalto alla Multiservizi?

Perché “dimissiona” un Assessore che chiedeva chiarezza sulle partecipate? A queste domande, in 20 mesi, Bobbio non ha mai risposto. Ha sempre e solo offeso chi gli chiedeva conto del suo operato.

Non permette agli organi di controllo di esercitare il ruolo che la legge assegna fuggendo da ogni confronto possibile.

La storia si ripete e sarebbe ora che chi di dovere sancisca la verità per evitare che Bobbio, ad ogni festa patronale, diffami la città turbandone perfino la religiosità e la fede nel patrono.

A Bobbio diciamo: il tempo delle chiacchiere è finito. Faccia un atto sano: si dimetta perché la città non ne può più delle sue farneticazioni e non sta più con lui.

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