Scarcerato dal gip di Grosseto, si trova adesso ai domiciliari nella sua abitazione a Meta di Sorrento, Francesco Schettino, il comandante della Costa Concordia naufragata all’Isola del Giglio. E’ arrivato nella notte scorsa nella cittadina della costiera sorrentina scortato da polizia e carabinieri, accompagnato dalla moglie Fabiola Russo e da uno dei suoi tre fratelli.
Erano da poco passate le due di questa notte quando è arrivato nella sua abitazione di Meta, Schettino. Il comandante ha eluso stampa e curiosi con l’aiuto di quattro carabinieri, entrando in casa da una porta secondaria. La moglie, quest’ultima, nella ressa delle telecamere e flash delle macchine fotografiche, mentre veniva protetta e accompagnata verso l’ingresso della propria abitazione (dove già si trovava il marito) da un carabiniere, si è lasciata andare a un “disgraziati”, riferito con molta probabilità al pressing dei giornalisti.
Ecco il link della fotogallery realizzata grazie agli scatti del fotoreporter Gennaro Manzo.
A non confermare la carcerazione è stato il gip Valeria Montesarchio, ma la Procura di Grosseto è intenzionata a fare ricorso. “Leggeremo le ragioni del gip. – ha detto poco fa il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio – Credo che l’ufficio farà ricorso avverso a questo provvedimento: vedremo cosa deciderà il Tribunale della Libertà. Il test tossicologico su Schettino è stato disposto perché immaginavamo che fosse sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Stiamo indagando sulla catena di comando della Costa Concordia, per raccogliere e verificare la responsabilità di qualche altro ufficiale nel mancato coordinamento delle operazioni di evacuazione dei passeggeri. Oltre che il possibile pericolo di fuga, il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino potrebbe inficiare l’attività istruttoria mantenendo contatti con persone della catena di comando”.
Intanto a Meta, i concittadini di Schettino hanno descritto Schettino come “una bravissima persona, come tutta la sua famiglia”. “Tutti sono bravi dietro a una scrivania, come possiamo invece capire cosa è realmente successo? – si è chiesto Giuseppe Caso, marittimo di lungo corso e vicino di casa del comandante Schettino – Sono contento che il gip abbia preso questa decisione, quello che il comandante doveva dire lo ha detto, ha collaborato”.