Castellammare di Stabia: il sindaco abbandona la processione dopo l’inchino di San Catello al boss

La statua di San Catello si ferma nuovamente nei pressi della casa del boss dei D’Alessandro, che affacciatosi dal balcone dell’abitazione, saluta la Statua. Il sindaco ha abbandonato la processione abbassando il gonfalone e nella successiva conferenza stampa convocata a Palazzo Farnese ha parlato di tradimento da parte dei portatori della statua, ringraziando però il Vescovo Felice Cece che aveva impartito precise indicazioni di non fermarsi in quel punto.

“Sono uscito dalla processione, togliendo la fascia tricolore, perché i portatori hanno fermato la statua dinnanzi la casa del noto pregiudicato – ha detto il sindaco Bobbio – Il Vescovo e la Curia si sono comportati correttamente, hanno condiviso l’esclusione della rituale fermata. Cece ha dato indicazioni precise ai portatori: non bisognava fermarsi. Sono certo che quest’episodio danneggi anche la figura del Vescovo in cui ho fiducia. Temevo che i portatori non ascoltassero le disposizioni, e avevo ragione ad essere preoccupato. L’anno scorso qualcuno aveva voluto giustificare la fermata sostenendo che fosse per omaggiare la chiesa di Santa Fara (che è nei paraggi dell’abitazione di Raffone). Oggi si è avuto la conferma che la fermata viene effettuata per omaggiare il boss perché siamo passati per altre chiese che si presentavano a porte aperte e con le rappresentanze parrocchiali  all’ingresso. La chiesa di santa Fara invece era chiusa”. A far salire il sangue alla testa all’ex pm è stato l’esplicito gesto del boss ‘Battifredo’: un cenno col dito fer far remare San Catello ed un altro per far ripartire la processione con tanto di baci alla santa effige

Si apre una nuova dura polemica sull’argomento camorra a Castellammare di Stabia dopo il tanto parlare che si è fatto nei giorni scorsi e dopo il ritrovato accordo tra potere civile ed ecclesiastico per arginare la malavita dalle tradizioni e dalla vita della città delle acque. Bobbio aveva chiesto per i portatori il certificato antimafia, forse esagerando, ma alla luce di quanto accaduto dobbiamo prendere atto che certe “vecchie, drammatiche abitudini” sono dure a morire.

Di tutt’ altro avviso le opposizioni consiliari di Sel, Pd e Idv, che sposano ancora la tesi della sosta dovuta all’omaggio della chiesa di Santa Fara: “L’ennesima sceneggiata di un guitto “sindaco” pro tempore di Castellammare. Fuoriesce dalla processione del santo patrono alla fermata del corteo religioso presso la chiesa di Santa Fara in nome di un millantato gesto contro la camorra. Il sindaco ed i suoi sodali si allontanano portando con loro il gonfalone, simbolo della città intera. Il santo patrono e le autorità ecclesiali portate nell’agone politico in maniera sprezzante e indegna. 

Un colpo di teatro per coprire il diffuso malessere di una città, vittima di un enclave affaristico incapace e disinteressato a dar risposte alle emergenze sociali del territorio. 
È ora di dire basta! Vada via! Fuoriesca si, ma dalla città e si porti via con se i suoi accoliti. Castellammare davvero non sopporta più il sacco che se ne sta facendo”.
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