Le reazioni post processione di San Catello. Il Pd aggiusta il tiro, rispetto alle dichiarazioni a caldo. Il consigliere Corrado scrive una lettera ai camorristi devoti e il consigliere Sicignano di Fli invoca la commissione consiliare anticamorra.
“La città e i suoi cittadini onesti chiedono ed hanno diritto alla chiarezza affinché si metta fine a questa querelle che fa soltanto del male all’immagine di Castellammare di Stabia”. Sono le parole del segretario del PD stabiese, Nicola Cuomo, a commento della conferenza stampa di ieri mattina indetta dal sindaco Bobbio, ed in cui il primo cittadina ha spiegato le ragioni del suo abbandono della processione di San Catello.
“E’ opportuno precisare – prosegue detto Cuomo – che la processione, nonostante la fermata ‘non dovuta’, è continuata regolarmente essendo stata abbandonata soltanto dal sindaco e da cinque o sei suoi seguaci, mentre le altre autorità civili e militari nonché quelle religiose hanno continuato a seguire il Santo fino al suo rientro in cattedrale. A questo punto si hanno due alternative su cui il PD chiede chiarezza affinché non si ripeta nel mese di maggio prossimo l’ennesima querelleche porta soltanto discredito a tutta la città e ai suoi rappresentanti politici, istituzionali e religiosi. La prima è che non fosse stata vietata alcuna sosta dinnanzi alla chiesa di Santa Fara e quindi la processione non ha affatto modificato il suo tradizionale percorso e, quindi, Bobbio ha errato ad abbandonare la processione. Se i fatti stanno nella versione data dal sindaco, e cioè se è vero che la statua non doveva fermarsi dinnanzi alla chiesetta di Santa Fara, e quindi se è vero che i portatori hanno violato un preciso ordine della massima autorità religiosa sul territorio, chiediamo con tutta la deferenza possibile e con tutta le delicatezza del caso, alla chiesa locale di chiarire pubblicamente perché negli anni addietro abbia tollerato questa ‘sosta non dovuta’ ed avente, a detta del primo cittadino, lo scopo soltanto di omaggiare Renato Raffone oppure perché abbia deciso di modificare il percorso tradizionale che prevedeva tale sosta. Ed inoltre chiediamo cosa intenda fare per evitare nel futuro quest’episodio spiacevole”. “Il PD stabiese – conclude il segretario cittadino – ha difeso fino in fondo la chiesa locale reputando vera la versione data da essa sul tradizionale percorso della processione ma se questa versione dovesse risultare infondata, è lo stesso PD a chiedere chiarezza anche su eventuali errori del passato. Nella lotta alla camorra bisogna essere tutti uniti e chiari.”
A voi che mandate baci “devoti” dai balconi ai Santi, a voi che continuate a farvi la comunione in chiesa, a voi che ci tenete alle benedizioni e state uccidendo una città, una generazione di speranze e volontà, a voi che vi chiamate STABIESI, mi chiamo Nicola Corrado ed ho 38 anni, sono un consigliere comunale di Castellammare di Stabia.
Ho visto le immagini della processione del nostro amato San Catello, ho visto un uomo vecchio e piegato dalla malattia affacciato al balcone della sua abitazione, ho visto il suo bacio rivolto al Santo, ma non ho provato altro sentimento se non il disprezzo per quel gesto plateale che offende la città, la chiesa, e le coscienze degli uomini e delle donne di Stabia.
Castellammare di Stabia è stata in passato una città meravigliosa, scelta in tutto il regno delle due Sicilie quale residenza estiva dei Borboni, ha ospitato intellettuali di fama internazionale, ha dato i natali a personaggi illustri, è stata apprezzata come importante località turistica e allo stesso tempo ha vissuto un glorioso impegno produttivo attraverso il genio e la passione di migliaia di lavoratori.
Poi è venuto il tempo del declino, progressivamente si è consumato il disfacimento economico, culturale e morale della nostra comunità.
Il terremoto dell’80 ha segnato lo spartiacque per l’ingresso nell’inferno, e la camorra ha organizzato la disperazione, i bisogni, le ambizioni di tante e di tanti: mentre la città precipitava la camorra cresceva con i suoi traffici illeciti, con le “sue imprese criminali”, con i “suoi leader politici corrotti”, seminando terrore e morte, sangue e violenza, spezzando vite e mettendo in ginocchio la dignità, l’orgoglio e la storia della nostra comunità.
Voi camorristi “devoti” rappresentate tutto questo male, voi disonorate una città ed il suo Santo Patrono San Catello, che ha dato la vita in nome della fede e per il suo popolo con coraggio e amore mentre voi incarnate una “civiltà contraria alla vita” .
Ma voi rappresentate una esigua minoranza; in questi anni ho incontrato centinaia di giovani impegnati nel mondo del volontariato, li ho visti nei partiti, nelle parrocchie, nelle associazioni, li ho visti leggere e studiare con i loro insegnanti il libro di Saviano e del giudice Cantone: Castellammare non è Gomorra e ancora una volta asseconderà il motto, inciso con caratteri d’oro nel suo stemma, “POST FATA RESURGO”.
Grazie al lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura sono stati inferti colpi durissimi alla camorra, ma non basta, la politica deve fare di più, oltre i gesti plateali: dobbiamo illuminare le zone grigie che ancora esistono, dobbiamo combattere i vostri referenti politici ed imprenditoriali, dobbiamo isolare i vostri consiglieri comunali, i vostri assessori, i vostri commercianti, i vostri professionisti.
Ma soprattutto dobbiamo dire ai giovani che voi non siete un male necessario, che deve essere tollerato, o peggio accettato; dobbiamo dimostrare alle ragazze ed ai ragazzi di Stabia che voi siete un ostacolo allo sviluppo e minate quotidianamente i sogni, gli sforzi di riscatto e il bisogno di futuro.
Attraverso quel bacio, rivolto non solo ad un simbolo religioso ma ad un tratto identitario dell’intera città, voi volete affermare la vostra appartenenza alla nostra comunità, il vostro essere “uomini d’onore” a cui bisogna portare rispetto; ebbene io e tutta la città sana non vi portiamo rispetto, quei baci ci indignano perché voi siete camorristi e siete nostri nemici.
«La vicenda raccontata mediaticamente della sosta della processione di San Catello davanti la casa del boss è molto grave e chiediamo si faccia chiarezza » è quanto sostiene Antonio Sicignano, consigliere comunale esponente di FLI.
«Tuttavia, il nostro auspicio è che ci si attivi per colpire i veri “inchini” pericolosi, ovviamente quelli della politica alla camorra. Ciò, iniziando a predisporre nel consiglio comunale una commissione consiliare anticamorra. Purtroppo, ogni volta che sull’argomento si è tentato di discutere, la maggioranza fugge»