Ho sentito il bisogno di scrivere questa lettera a seguito dell’atto vandalico ai danni del teatro San Ferdinando, regno indiscusso per molti anni del grande Eduardo De Filippo.
Ma mentre leggo sui giornali rassicurazioni che provengono da “chi ci governa”, in cui si dice che bisogna dare spazio ai giovani, offrire loro concrete opportunità e mantenere in quello stesso teatro la vocazione che Eduardo volle che avesse, ossia il teatro dei giovani, mi viene da pensare che, in verità, mi sono “scocciato” (già, questo è il termine esatto) di sentire sempre le stesse solite belle parole dai nostri politici. Le stesse bugie, quelle con cui tanti amministratori parlano e ripetono sempre gli stessi concetti, solo perché per loro le parole vanno al vento senza minimamente pensare che vi siano giovani come noi di “Sott’ ‘o ponte” che aspettano ancora un’opportunità. Nel nostro caso, infatti, abbiamo tentato (con scarsi risultati) di mettere in scena un musical, “Otto centimetri dall’anima”, che purtroppo per mancanza di fondi non si può produrre. Sarò più chiaro: abbiamo chiesto a tanti politici, consiglieri municipali, comunali, regionali e in primis al presidente del Consiglio provinciale Luigi Rispoli di poter avere un aiuto a trovare un teatro per allestire lo spettacolo. Risultato finale: porte chiuse in faccia. Rispoli, che aveva la gestione del teatro Trianon, ci disse che ci avrebbe fatto rientrare in cartellonistica quest’anno, ma niente. Addirittura non risponde più al telefono. Mentre al Trianon si va in scena con produzioni teatrali di alto livello rispetto a noi, per carità, che siamo una piccola associazione che fa teatro e danza al Rione Sanità e attualmente frequentata da 110 giovani che guardano all’arte come loro futuro, invece che approdare tra la manovalanza della camorra. Ma questa, si sa, è roba da poco conto. Qualche altro assessore poi, in estate, ci chiuse le porte del Maschio Angioino, quando gli chiedemmo per un sabato ed una domenica lo spazio all’interno di Castelnuovo per rappresentare il nostro “Otto centimetri dall’anima”, storia di tanti ragazzi di quartieri a rischio, non solo la Sanità, dove la morte di un sedicenne riesce alla fine a simboleggiare il riscatto di tanti minori cosiddetti a rischio. Ma anche in questo caso ostacoli: ci fu detto che il palco doveva essere smontato e restituito ai legittimi proprietari. Passarono almeno 30 giorni e il palco era sempre lì, immobile! Alla fine facemmo richiesta per avere il teatro San Ferdinando, ma niente risposta. Morale della favola, io e i ragazzi ci siamo “scocciati” mentre il nostro spettacolo è finito nel dimenticatoio diversamente dalla delusione di 30 giovani dai 15 ai 22 anni che fanno parte dell’associazione. Non abbiamo chiesto né chiederemo mai soldi a nessuno. Quel che vorremmo è solo uno spazio pubblico per dare “voce” alla nostra arte e poter dire che anche noi ci siamo, che anche noi vogliamo contribuire alla rinascita di Napoli e magari, altre realtà come le nostre vorrebbero fare la stessa cosa ma che come noi hanno perso la speranza! Il mio non è un atto d’accusa, ma un invito a fare “sul serio” tutti. Specie la politica delle tante promesse non mantenute.
Vincenzo Pirozzi, attore, regista e presidente dell’associazione “Sott’ ‘o ponte”