Castellammare: giovedì la presentazione del libro sulla drammaturgia di Annibale Ruccello

Si terrà giovedì 26 gennaio, alle ore 11.30, presso lo Stabia Hall di Castellammare di Stabia, la presentazione del volume “Se cantar mi fai d’amore – la drammaturgia di Annibale Ruccello”, scritto da Mariano d’Amora. All’incontro – cui sarà presente l’autore – parteciperanno, tra gli altri, il sindaco Luigi Bobbio e gli assessori comunali Loredana Strianese e Antonio Coppola.

Estratto dell’opera

I giovani drammaturghi napoletani degli anni Ottanta seguono il convincimento secondo il quale, perché si possa mantenere il tradizionale rapporto con la città, è imperativo immergersi nella propria contemporaneità, allontanando, in questo modo, il rischio di ridursi a rappresentazione folklorica del proprio presente storico. Per evitare un possibile isolamento, questi nuovi autori si mettono ancora una volta in cerca della propria cultura, cercano di inserirsi, di confondersi in essa, di riappropriarsene. Ad essi il compito di raccogliere questa carta sporca che altri, vittime di provincialismi mai digeriti, hanno lasciato ai margini della propria ricerca teatrale. Le strade, le piazze, i palazzi, le sagome, i colori, i suoni di Napoli e della sua provincia tornano al centro della scena. Nasce una drammaturgia che pone la riflessione linguistica e sociale al centro della scena. Fra i protagonisti di questa rinnovata idea di teatro spicca la figura di Annibale Ruccello.

Nato a Castellammare di Stabia (Na) nel 1956, dopo aver frequentato il liceo classico nella sua città, Ruccello si laurea in Filosofia nel 1977 specializzandosi, in seguito, in antropologia culturale all’Università Federico II di Napoli e svolgendo ricerche nel campo della ritualità delle classi subalterne campane, con particolare attenzione agli aspetti teatrali dei rituali popolari. Dal 1975 al 1978 il nostro drammaturgo collabora con il regista-musicologo Roberto De Simone. I due sono legati da un comune desiderio d’indagine antropologica della tradizione campana. La collaborazione con De Simone insegna al drammaturgo stabiese come prestare attenzione alle violente mutazioni socio economiche avvenute nel popolo campano. Applicato al proprio teatro, questo tipo di approccio conduce Ruccello a scegliere quale soggetto delle sue opere le alterazioni prodottesi in seno a quel ceto medio-basso di provincia (corroso da un pervicace desiderio di assurgere al censo di piccola borghesia) come conseguenza di transizioni vissute innaturalmente. Egli, infatti, presenta personaggi che, sprovvisti di una propria cultura sedimentata, si aggiornano nei gusti e nello stile adeguandosi alle nuove maniere, alla ricerca di identificazione e di prodotti in cui rispecchiarsi. L’autore comprende che alla crisi delle forme culturali antiche non è subentrata l’elaborazione di nuove forme nelle quali potersi riconoscere. I suoi personaggi sono espressione di un’identità napoletana mutata, ma non ancora definita, dispersa in troppe contaminazioni diverse e contraddittorie. La stratificazione nei suoi personaggi si presenta come pura somma di più accumuli; la loro fisicità, il loro modo di gestirsi, travestirsi e relazionarsi non sono espressione di una cultura organica, ma la somma di identità diverse sovrapposte ed in precario equilibrio fra loro. La considerevole presenza in scena di elementi mass mediali nasce dalla maturata consapevolezza che quel tipo di cultura non avrebbe lasciato spazio al dialogo, poiché intenta a rendere la società non un insieme di diversità in grado di convivere, ma di identità fra loro distinte (da ciò la marcata solitudine e incomunicabilità dei personaggi). Ruccello si mostra consapevole di vivere in un contesto sociale prossimo a diventare sempre più subalterno all’immagine. Per rappresentare questo mutamento egli lascia che televisione e radio occupino un ruolo centrale in larga parte della sua produzione teatrale affidando loro il ruolo di anello di connessione con una contemporaneità malata, così intesa non perché portatrice di degrado tout court, ma tale nel suo non essere stata ancora assimilata dai personaggi che ad essa hanno aderito supinamente. Imprigionati in una realtà estranea, in bilico tra follia e ragione essi assumono pienamente su di sé le storture (talvolta anche grottesche) che quella cultura è in grado di imporre.

L’autore

Mariano d’Amora vive e lavora fra Napoli, Roma e Londra. Nel 1992 consegue un Bachelor of Fine Arts alla New York University, nel 2001 una Laurea in Storia del Teatro alla Sapienza di Roma e nel 2010 un Ph.D alla Royal Holloway University of London. Fin dall’inizio del suo percorso artistico/accademico d’Amora coniuga l’aspetto performativo con quello teorico alternando la sua professione di attore-regista con quella di docente (Università di Roma “La Sapienza”, Royal Holloway University of London, Buckingamshire New University, Università degli studi di Napoli “Parthenope”). Trai saggi pubblicati si ricordano: ‘Shnitzler’s Hidden Legacy. An English Playwright Rewrites Reigen’ in Shintzler’s Hidden Manuscripts, (Bern, Peter Lang, 2010), ‘Acting in Pasolini’s Theatre’ in La nuova gioventù? L’eredità intellettuale di Pier Paolo Pasolini (Novi Ligure: Joker Editore, 2009), Encyclopedia of Italian Literary Studies (New York: Routledge, 2005). Per l’editore Bulzoni ha pubblicato nel 2001 Respect for Actors e nel 2007, Viaggio intorno all’attore. Nel 2012 è prevista l’uscita di: D’amore si muore. Il teatro di Giuseppe Patroni Griffi.

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano
Condividi
PrecedenteNapoli: “Angeli con le stellette e la feluca”
SuccessivoProgramma Più Europa, il sindaco stabiese Bobbio firma in Regione accordo di programma
Il giornale “il Gazzettino vesuviano”, fondato nel 1971 da Pasquale Cirillo e attualmente diretto da Gennaro Cirillo, si interessa principalmente delle tematiche legate al territorio vesuviano e campano; dalla politica locale e regionale, a quella cultura che fonda le proprie radici nelle tradizioni ed è alla base delle tante associazioni e realtà che operano sul territorio.Siamo impegnati a garantire la massima qualità e la massima integrità nel nostro lavoro giornalistico. Ci impegniamo a mantenere alti standard etici e professionali, evitando qualsiasi conflitto di interesse che possa compromettere la nostra indipendenza e la nostra imparzialità.Il nostro obiettivo è quello di fornire ai nostri lettori notizie e informazioni affidabili su una vasta gamma di argomenti, dalle notizie di attualità ai reportage approfonditi, dalle recensioni ai commenti e alle opinioni. Siamo aperti a suggerimenti e proposte dai nostri lettori, e ci impegniamo a mantenere un dialogo aperto e costruttivo con la nostra community.