Un “paese” che ricopre con la terra un importantissimo ritrovamento archeologico, per manifesta impossibilità operativa, non è un Paese degno di questo nome.
È quanto sta accadendo per il ritrovamento il villaggio protostorico su palafitte di Longola, a Poggiomarino, Napoli, Campania, Italia.
Il ritrovamento, unico nel Sud Italia, e di importanza mondiale, aveva, per qualche tempo, dato una speranza di rinascita ad un territorio depresso, come quello dell’entroterra vesuviano. La speranza per un nuovo ed inatteso rilancio del turismo, dell’economia e della cultura.
Ma tutto ciò resterà solo un sogno, almeno per il momento per i cittadini di quell’area.
La Soprintendenza archeologica ha deciso di ricoprire l’intero villaggio, certamente per proteggerlo, e con esso tutte le aspettative riposte in esso. Non ci sono i soldi per affrontare un adeguato intervento per il sito!
Dobbiamo prendere atto che il Paese in cui viviamo come sempre, da un po’ di tempo a questa parte un po’ di più, è la patria dell’affossamento della cultura, della storia, del nostro patrimonio nazionale.
Pompei crolla, gli altri siti boccheggiano. Nessuna manutenzione, nessuna prevenzione, e quando ci sono i soldi vengono sperperati. Esempio ne è quanto accaduto con il Nuovo Teatro Grande di Pompei, ricostruito barbaramente in tufo.
Oggi, quindi, giunge la ciliegina sulla torta. La Soprintendente Cinquantaquattro annuncia che gli scavi di Longola saranno ricoperti.
Da oggi l’unico esempio di villaggio protostorico nel Mezzogiorno, un ritrovamento di importanza inestimabile, una vera e propria Pompei dell’età del Bronzo, non potrà che essere solo immaginato. Ai turisti mostreremo il campo di patate che lo ricoprirà!
Gennaro Cirillo