La scorsa settimana i due partiti SEL e SINISTRA DEMOCRATICA SCAFATI hanno illustrato un serie di proposte sull’attuale crisi politica di maggioranza a Scafati e sulla possibilità di candidare un nome nuovo per le prossime elezioni amministrative. Il nome proposto è quello di Michele Grimaldi, attuale segretario regionale giovani del PD in Campania, e ciò ha suscitato non poche polemiche e perplessità da parte dei Comunisti Italiani capeggiati dal portavoce Francesco Carotenuto. Ad opporsi ci sono anche Alessandro Giordano (segretario di rifondazione comunista) e Domenico Cuomo (partito socialdemocratico italiano). Carotenuto dichiara: “Premettendo che l’operato del consigliere Vitiello è stato encomiabile dal punto di vista politico e di vigilanza dell’opposizione, e auspicando altrettanto per l’esperienza consiliare di Ignazio Tafuro, teniamo a precisare che sia l’uno che l’altro sono espressione di una coalizione formatasi nel 2008 e che concorse all’alternativa di governo alle destre e al governo uscente dell’ex-sindaco Bottoni, ci riferiamo alla Sinistra Arcobaleno. Crediamo che il modus operandi di tale scelta sia opinabile dal punto di vista politico e umano, in quanto riteniamo che anche noi, rappresentanti di tale formazione politica che concorse alle passate amministrative, avremmo avuto il diritto di sederci al tavolo della concertazione. Ci auguriamo un cambiamento attraverso il futuro consigliere Ignazio Tafuro, rappresentante della Sinistra Arcobaleno”.
Giordano ha invece affermato: “Questa è una scelta che ci lascia perplessi. Inoltre Restando sulla politica locale, ci ha infastidito l’atteggiamento dell’onorevole Guglielmo Vaccaro, che nei giorni passati, con un’intervista a mezzo stampa, ha formulato una sua ipotesi di candidatura. Con tutto il rispetto per il nome da lui evocato, crediamo che sia stato commesso un duplice errore politico: il primo è quello di una potenziale spaccatura con le altre organizzazioni partitiche che non condividerebbero un candidato precostituito; in secondo luogo, la scorrettezza nei confronti della base partitica che ha il diritto di scegliersi il proprio candidato, attraverso un processo democratico di decisione condivisa e collegiale”.
Anche Domenico Cuomo è sulla stessa linea d’onda dei primi due esponenti politici.