Un fronte comune tra sindaci e comitati antiruspe, per chiedere al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo stop alle demolizioni delle prime case. E’ la nuova strategìa adottata dagli attivisti della provincia di Napoli, dopo l’appello rivolto al Quirinale dal primo cittadino di Torre del Greco, Ciro Borriello. In settimana si terrà una riunione di tutti i comitati nel capoluogo partenopeo. E in quella sede potrebbe arrivare la richiesta ufficiale, estesa a tutti i sindaci del Napoletano, di un’alleanza “per difendere il diritto alla casa”. “Purtroppo la politica ha dimostrato scarso interesse nei confronti di questa problematica – afferma Michelangelo Scannapieco, leader di Diritto alla Casa -. Le promesse di condoni e decreti per fermare le ruspe sono state disattese, ma non possiamo arrenderci perché, in Campania, si sta vivendo un vero e proprio dramma sociale. Non ci resta dunque che appellarci al presidente Napolitano e abbiamo bisogno del sostegno dei sindaci che, così come è successo a Torre del Greco, non devono abbandonare i cittadini in questo delicato momento”. Sempre in settimana, i comitati invieranno una lettera al premier Mario Monti e al ministro dell’Ambiente Corrado Clini. “Ci rendiamo conto del difficile momento che sta attraversando il nostro Paese – si legge nel documento – e che sono tanti i problemi che attendono una risposta, ma quello del diritto alla casa è uno dei più urgenti. Chiediamo pertanto che ci venga data una dignitosa alternativa, in modo da consentirci di poter avere una casa e di riacquistare la fiducia nelle istituzioni”. Intanto prosegue a Napoli il presidio, sotto palazzo Santa Lucia, degli attivisti che, pochi giorni fa, hanno incontrato alcuni consiglieri regionali. Tra le richieste, c’è anche quella di adottare in Campania (così come avvenuto in Sicilia), il cosiddetto “protocollo Siracusa”. Il tutto, al fine di stabilire una gradualità delle demolizioni “secondo canoni di ragionevolezza e buon andamento”, da effettuare dando la precedenza ai manufatti che non risultano abitati. “Secondo tale accordo – affermano i vertici dei comitati antiruspe del Napoletano – le demolizioni sarebbero divise in 5 fasce, con precedenza alle opere non complete realizzate in zone di in edificabilità assoluta. Ciò significa – concludono – che, almeno per il momento, tante case a rischio abbattimento sarebbero momentaneamente salve, in attesa di un provvedimento risolutivo da parte del governo o del parlamento”. Intanto le ruspe si preparano a nuovi interventi nell’area stabiese. Dopo la demolizione effettuata martedì scorso a Gragnano, altri 6 edifici abusivi saranno abbattuti nelle prossime settimane a Sant’Antonio Abate.