Nell’ultimo Consiglio comunale maggioranza e opposizione hanno approvato un atto di indirizzo al fine di promuovere una serie di iniziative contro l’inquinamento ambientale e in particolare dell’ambiente marino. Sotto accusa lo stato generale del Golfo di Napoli, nel quale vengono sversate tonnellate di liquami di vario genere proveniente da tutto il litorale e, per quanto riguarda il litorale da Castellammare fino alla Penisola Sorrentina, sotto accusa soprattutto il famigerato fiume Sarno, che da solo sarebbe la causa principale dell’inquinamento marino lungo le nostre coste.
Durante il Consiglio Comunale si e sviluppato un interessante dibattito sulla situazione territoriale di Vico Equense, dove è ferma da mesi per mancanza di fondi regionali la costruzione del grande depuratore di Punta Gradelle. Le considerazioni portate in aula dai consiglieri dell’opposizione, hanno infatti messo in luce una situazione di inquinamento diffuso che farebbe ridimensionare l’azione salvifica percepita nei confronti del grande depuratore. Sarà difficile salvare il mare da scarichi abusivi o il territorio dall’inquinamento da acque reflue grazie alla sola azione del depuratore, in quanto sono ancora fuori controllo molti scarichi fognari obsoleti così come la reale entità degli scarichi delle imprese fuori norma. E sebbene l’ass. Di Martino parli di Vico Equense come di una goccia nell’oceano, con ragione, è anche vero che l’oceano si riempie proprio goccia a goccia e ciascuno deve sentirsi responsabile della propria.
A un primo e sommario esame della situazione tentato dal partito democratico locale salta agli occhi una realtà abbastanza confusa proprio per quel che riguarda il territorio vicano, dove le fonti inquinanti sono di varia origine e dove è insufficiente, se non inesistente, l’attività di monitoraggio che dovrebbe rendere possibile almeno una valutazione dello stato reale dei luoghi.
Innanzitutto non è chiaro di quali vie di scarico si avvalgano le tradizionali attività produttive del territorio, in primis gli oleifici e i caseifici. Il Sindaco e i consiglieri si dicono favorevoli a un’azione repressiva nei confronti di chi sversa sieri e veleni residui nelle fogne o addirittura nell’ambiente, ma di fatto in questo senso non si ravvisano azioni concrete. D’altra parte, se il Comune non si fa promotore di una disciplina ambientale fatta anche di incentivi forti per chi si mette in regola, la sola azione repressiva non ha senso. I costi abbastanza alti degli impianti per uno smaltimento sicuro, rendono insensibili gli imprenditori, specialmente in tempo di grave crisi economica.
Sul fronte fognario il panorama non è migliore. Molte zone di Vico Equense sono addirittura sprovviste di fognature. Si contano numerosissimi pozzi di raccoglimento mal funzionanti e spesso maleodoranti tanto nella zona alta che nelle frazioni basse. E’ emblematica la situazione di Arola, dove a via Buonocore, 60 famiglie non hanno la condotta di collegamento alla rete fognaria e, nonostante le promesse e le numerose riunioni fatte anche con l’attuale sindaco Cinque, la situazione rimane pressocché uguale da decenni. Sebbene le magagne fognarie non siano da imputare al Sindaco in quanto tutta le rete è gestita dalla Gori, delle responsabilità sono comunque da imputare all’amministrazone in quanto le richieste di sollecitazioni per risolvere i problemi più evidenti non sembrano dettate da uno stato di emergenza e non hanno il carattere dell’urgenza. E’ recentissimo il sequestro delle vasche di smaltimento di via Montariello a Moiano che hanno smesso di funzionare e che, una volta piene, sversano liquami nei terreni circostanti. Il comune non sa quale seguito abbia avuto il sequestro, se siano iniziati i lavori per riparare le pompe oppure se ancora niente funziona. Questo è abbastanza grave, se non altro perché sembra che si lasci un po’ tutto alle decisioni e ai tempi di intervento della Gori.
Emblematico e anche il caso dell’ex depuratore di Faito. Il comune ha deciso di chiuderlo e di affidare alla Gori l’allacciamento degli scarichi alla rete fognaria di Moiano. Il depuratore, sia pure di piccole dimensioni, permetteva di alleggerire lo smaltimento generale delle acque reflue che oggi vanno a gravare sul già intasatissimo collettore di Punta Gradelle. Qualcuno dice che quel depuratore era del tutto inutile ed inefficiente, ma in realtà il depuratore di Faito ha svolto egregiamente il suo dovere, come documentano le analisi delle acque reflue effettuate durante tutto il periodo nel quale è stato funzionante.
Altre realtà restano lontane dalla risoluzione, come quelle delle fogne obsolete di Seiano, oppure gli sversamenti abusivi nel Rivo Mirto, a Patierno, o nei Rivi Macello e Cozzolino a Vico Centro. Senza risanare queste situazioni locali molto compromettenti per l’equilibrio ambientale, difficilmente il solo grande depuratore di Punta Gradelle, quando e se riprenderanno i lavori per il suo completamento, riuscirà a risolvere i problemi di inquinamento del mare, che all’alba di ogni stagione balneare si ripresentano sempre uguali e senza sostanziali mutamenti.
Maria D’Ordia