Per amore della mia Città

L’indifferenza e l’apatìa che leggo sul volto dei cittadini di Gragnano in questi giorni mi lascia sgomento. A Napoli si sta decidendo la sorte dell’amministrazione comunale, che corre il rischio di essere sciolta per infiltrazioni camorristiche. Nessuno si rende conto che l’eventuale scioglimento con questa motivazione infamante, peserebbe per anni sull’immagine della Città, che riceverebbe un danno tremendo per la sua economia tutta protesa all’esportazione dei suoi prodotti di qualità e al richiamo turistico, con un settore della ristorazione importantissimo. Gragnano diverrebbe il paese della camorra. Finirebbero alle ortiche tutti i sacrifici fatti per valorizzare i suoi tesori artistici, le sue valli incontaminate, i successi raggiunti dal settore pastaio (da imprenditori e maestranze) con il riconoscimento della IGP, unica in Italia per la pasta, per quello della viticoltura col marchio DOC per il vino di Gragnano, per l’ulivolcultura che ha ottenuto il riconoscimento DOP così come quello dei prodotti caseari che vede la sua punta di diamante nel Provolone del Monaco. E gli sforzi fatti per aprire il Museo delle biodiversità, per portare avanti i progetti per il Museo della Pasta e del sogno della realizzazione di quello archeologico, e di una intera generazione di giovani, anche di estrazione politica differente, che si sono rimboccate le maniche per investire il loro futuro e le loro speranze nel progresso di questa Città. E la frustrazione per le scuole e le parrocchie che si sono prodigate in progetti di educazione alla legalità e alla solidarietà: Gragnano è nella stragrande maggioranza un paese sano e animato da principi e valori solidi, un paese che lavora onestamente, e che quando non lo trova, preferisce l’emigrazione alla criminalità, come ha dimostrato negli scorsi decenni con una migrazione di proporzioni gigantesche, di oltre la metà dei suoi abitanti nei soli anni ‘60. Per pochi delinquenti o per pochi episodi, che nelle sue punte più vistose sono state recentemente pesantemente sanzionati dalla magistratura, non può essere penalizzato un intero paese fatto di persone per bene. Non mi sento di poter accettare supinamente un eventuale giudizio negativo, lo vivrei come una violenza. Questa città meravigliosa e laboriosa, la sua gioventù piena di vitalità costruttiva, non lo merita. Gragnano non è preda della camorra, almeno non lo è più di tante altre cittadine dei dintorni. Purtroppo è soprattutto la disoccupazione che spinge molti giovani ad avvicinarsi alla piaga cancrenosa della criminalità organizzata. Né sono accettabili e condivisibili le speranze di chi ne fa un discorso di opportunismo politico, del tanto peggio così si cambia, di chi spinge per il commissariamento senza rendersi conto che poi ci vorranno generazioni per scrollarsi di dosso questo marchio infamante. I politici passano, resta la ferita per la città. Perché è questa la realtà, verremo identificati come abitanti della città della camorra, altro che pasta, vino, beni artistici, enogastronomia, storia e cultura. E coloro che hanno già allestito le liste elettorali, appollaiati sui loro trespoli come avvoltoi, erediteranno solo macerie. E questo discorso viene da uno che ha spesso contestato l’amministrazione in carica, perché ritengo che questo debbano fare tutti i cittadini quando non sono d’accordo, perché la partecipazione  e la contestazione e le sollecitazioni sono il sale della democrazia. L’ho fatto quando non mi è piaciuta l’eccessiva sudditanza ai diktat di Bobbio sulla ferrovia, sugli scarichi nel Vernotico, in questi giorni per il taglio dei pini secolari, nei prossimi giorni lo farò con forza per sollecitare l’avvio del trasporto scolastico dei disabili e per accelerare i tempi per la rimozione della bomba ecologica della discarica di via Petrelloni. Né mi pare che nessuna forza politica abbia fatto sentire la sua voce su argomenti che ritengo importantissimi. Quasi sempre la mia voce è stata una voce nel deserto. E in un momento cruciale per il futuro della Città, voglio  esprimere la mia libera opinione, a costo di rimanere ancora una volta solo. Per amore della mia città.

Giuseppe Di Massa

Presidente del Centro di Cultura e Storia

di Gragnano e Monti Lattari

“Alfonso Maria Di Nola”

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