Troppi “senza” da riempire come? E’ il tema del momento, certamente, che riguarda proprio tutti. Ancora (in negativo): senza amore, senza coraggio, senza vergogna, senza buona politica, senza equità, senza “palle”, senza solidarietà, senza senso, senza sobrietà, senza gioia, senza passione, senza bellezza. Ancora (in positivo): senza ladri, senza fannulloni, senza speculatori, senza camorristi, senza politicanti, senza urlatori, senza distruttori, senza ingiustizie.
Si trasforma il mondo, si trasforma la storia di ognuno, si trasformano le relazioni, in famiglia e tra gruppi. Un fenomeno in atto, inesorabile, una nuova storia dell’umanità: questo sta accadendo. Un avvenimento da riconoscere per viverlo, senza galleggiare, senza sopravvivere. Un avvenimento che è un’opportunità per rivivere: rinnovati e rigenerati. Un avvenimento, “la crisi”, come la chiamiamo quasi tutti, vera, dolorosamente vera, nella quale siamo immersi proprio tutti. Per tanti è vissuta come un castigo di Dio; l’avverarsi, secondo sconsiderati, della profezia del tempo scaduto per la terra e per tutti noi. Balle per non riconoscere il senso dell’opportunità, per stroncare la speranza, facendo prevalere la logica suicida del “mal comune..”. Il mondo andrà avanti senza o con noi, meglio esserci e spendere tutta la nostra umanità per renderlo migliore ed ospitale per tutti: residenti ed ospiti futuri.
Il Papa nel messaggio per la giornata mondiale missionaria ha scritto che “la chiesa ha bisogno di riprendere lo stesso slancio apostolico delle prime comunità cristiane che, piccole e indifese, furono capaci, con l’annuncio e la testimonianza, di diffondere il Vangelo in tutto il mondo allora conosciuto”. Il Papa lo ha detto alla Chiesa e per la Chiesa, per trasmettere, comunicare, far conoscere al mondo un progetto per l’umanità chiamato cristianesimo. Questa è una storia, un metodo per vivere l’umanità, un metodo per essere nell’umanità, sperimentato da almeno 20 secoli, ma non può essere una “patente” che basta avere in tasca per essere “abilitati” ad essere nell’umanità. La necessità di “riprendere lo slancio dei pionieri” è una strada a cui l’intera “comunità umana” (che include i cristiani ma anche tutti gli altri), deve laicamente ispirarsi per rifondare stili di vita pubblici e modelli di sviluppo civile ed economico. “Ricerca e innovazione sono chiavi di volta per lo sforzo da compiere affinchè l’Italia non perda posizioni, anzi ne acquisti, nella competizione mondiale”. Lo ha detto il Capo dello Sato Italiano. Occorre farlo. Solo così i “Tir” riprenderanno la loro marcia e porteranno la “benzina giusta” al Paese che deve ripartire verso un futuro di bellezza, verso il sole sul mare, lasciando le nubi de i “Monti”.
Antonio Irlando