Disturbi alimentari: il progetto pilota in un libro che racconta la sperimentazione di cinque anni nell’Asl Napoli 3 Sud

Cinque anni di percorso terapeutico, storie, esperienze di vita.
Il testo “Continuum…e poi?”, scritto dalla psicologa Carolina Esposito, raccoglie un quinquennio di esperienza di cura e riabilitazione. Un progetto importante che sarà presentato in conferenza stampa il 30 gennaio prossimo alle 18 nella sala conferenze della Fondazione Fanelli di via de Gasperi, 327, alla presenza di esperti ed ex pazienti.
L’odio-amore per il cibo, che provoca in alcuni casi situazioni al limite con la vita reale, è sempre più una patologia-come racconta l’esperta -che ha bisogno di cure e terapie specifiche come tutte le altre forme di dipendenza(droga, gioco, internet, alcool, sesso) legate alla fragilità psicoemotiva dei pazienti. Un’esperienza lavorativa, raccontata nel testo, che è stata promosso dal Dipartimento di salute mentale con il suo direttore Francesco della Pietra, dal reparto di medicina interna dell’ospedale Santa Maria di Casa Scola di Gragnano e dagli esperti del Servizio materno infantile dell’Asl Napoli 3 Sud. In centrotrenta pagine, quello che risulta chiaro, è che la sperimentazione, fra modello clinico e percorso terapeutico-riabilitativo, è assolutamente necessario nella maggior parte dei casi per risolvere il problema alla base.”Il modello esposto nel libro-si legge sul retro del libro- è quello di un percorso terapeutico prevalentemente territoriale che, partendo dalla complessità della problematica, assicura al paziente una corretta presa in carico globale e multidisciplinare e garantisce il supporto post-trattamento nelle situazioni di ricadute in maniera congrua al percorso terapeutico svolto. Ed ancora. “In questo momento di esiguità delle risorse, il modello sperimentato si è rivelato efficace anche sotto il profilo economico-continua la dott. Carolina Esposito- ed i ricoveri in regime semiresidenziale e la collaborazione tra pubblico ed il terzo settore permette di abbattere i costi relativi a trattamenti di tipo ospedaliero od a ricoveri spesso impropri fuori Regione”.

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