Di seguito si riporta la risposta del dirigente del Pdl stabiese, Carlo Carrillo, all’ex presidente delle Terme Lino Dello Ioio. Quest’utlimo ha diffuso una lettera in cui ricorda di aver presentato un piano di rilancio aziendale e critica il centrodestra stabiese per non averlo mai preso in considerazione. In particolare ha citato Carrillo come il sostenitore di un provvedimento adottato dall’ex dg Ventriglia (ora amministratore unico) che prevedeva la riorganizzazione della pianta organica per 8 termali. Il provvedimento era atto a snellire la macchina aziendale con un aumento di ore lavorative per gli otto part-time che tali sarebbero rimasti. Nessuno scatto di livello per il personale, a differenza di quanto affermato da Dello Ioio che a suo tempo dichiarò nullo il provvedimento.
“Erano le 12,47 di una calda mattinata agostana, precisamente il giorno 5, allorquando l’ultimo dei presidenti delle Terme di Stabia, dopo appena nove mesi di gestazione, partoriva la decisione di rassegnare le dimissioni. Alla luce dei gravi fatti accaduti all’isola del Giglio, si potrebbe oggi affermare che lo stesso sia precipitato per caso su una scialuppa di salvataggio. Ma questo non esclude chi scappa dalle responsabilità di una gestione inefficace, inefficiente ed incapace, sicuramente la peggiore da quarant’anni a questa parte, come quella prodotta da un pavido, oltre che impreparato e disinformato, presidente in cerca di vana gloria e visibilità sproporzionata rispetto a quanto mostrato in quel tratto di navigazione condotta a vista e, tra l’altro, anche “fuori rotta” alla stregua di un nocchiere di infimo ordine. Una gestione che solo a voler osservare lo sperpero delle cifre la dice molto lunga, una gestione rivolta esclusivamente, e non solo per una questione di logistica, al parco idropinico ed alle sue potenzialità di impegno delle già modeste e limitatissime risorse aziendali. Una gestione che ha raggiunto l’apice del suo “splendore” quando l’ex presidente, dall’alto della sua immensa cultura tecnico-amministrativa, frutto di anni di studi alla Sorbona ed esperienza maturata sul campo, indebitamente, e con una formula alquanto bizzarra, dichiarava “inesistente” un atto riconosciuto legittimo e valido nella sua elaborazionedai revisori dei conti struttura preposta per eccellenza a verificarne la regolarità. In quanto per “annullare un atto”, o dichiararlo nullo, bisogna predisporre la conseguente declaratoria della sua nullità. Tanto risultava, e risulta a tutt’ oggi, ancora materia sconosciuta ad un signore che sarà ricordato solo per quello che, nonostante detenga ancora un notebook e cellulare aziendale, ha dilapidato un patrimonio per svagarsi a “fare il manager”. La mia cultura marinara mi insegna che, quando i topi iniziano ad abbandonare la nave, significa che la stessa è in procinto di affondare. La differenza tra chi le scrive ed altri consiste non solo nella scelta di rimanere a bordo, ma nella consapevolezza di rimanere ben saldi al timone forti del mandato elettorale ricevuto in forza delle amministrative di marzo 2010. La storia nella gestione delle Terme docet anche quando sovrabbondavano le risorse finanziarie (l’ultimo finanziamento di quattromilioni di euro alla Sint risale solo a giugno 2008), in forza di un vero e credibile piano industriale e di rilancio mai pervenuto, da Crediop a Galco Consulting, e nonostante ben venti lunghissimi anni di annunci e promesse. Oggi che non è più possibile riversare risorse a fiumi sulle partecipate, occorre una diversa strategia per rendere credibile un progetto aziendale affidabile. Eppure tanti tentativi sono stati avviati e messi in campo, nonostante ci si muova in un fondo minato, ma il risanamento finanziario passa, volenti o nolenti, attraverso una seria ristrutturazione della pianta organica che sia realmente funzionale alle esigenze aziendali e meno a quelle delle clientele. In un’azienda che eroga servizi non è possibile poter pretendere che, dopo anni di reiterati passaggi del posto di lavoro da padre in figlio senza aver mai bandito un concorso e/o un avviso pubblico nonostante le normative vigenti lo prevedessero, continui a permanere un costo del personale altissimo (cinquemilioni di euro annui con un fatturato di circa tremilioniottocentomila euro) a fronte di 212 lavoratori di cui ben 100 stagionali. Pertanto una relazione fuori anche da quanto previsto dal rapporto tra tempo indeterminato e stagionali che, secondo il C.C.N.L firmato dalle OO.SS. nazionali, circoscrive l’assunzione di stagionali nella misura pari alla percentuale del 20% rispetto al personale a tempo indeterminato(art. 20-21-22). Salvare un’azienda di rilevante importanza strategica e storica come quella del Solaro significa pensare a fare dei sacrifici, ed una volta garantita la sopravvivenza sotto l’aspetto di un ritrovato equilibrio di bilancio, bisogna contestualmente avviare la fase di rilancio sulla scorta dell’offerta di un prodotto che liberi finalmente, e definitivamente, questa azienda dagli stritolanti lacci dei tetti di cure fissati dall’asl in relazione al convenzionato. Inoltre, bisogna considerare la possibilità di avviare quel processo di creazione, in concerto con l’asl na3, di una società mista pubblico-privato per il centro di Fkt, opportunità che potrebbe senz’altro, per strutture disponibili e professionalità, risultare fattibile anche alla luce dell’assenza sul territorio di un centro all’altezza delle medesime peculiarità. Infine, attraverso il mio partito, sarò latore dell’esigenza di inserire la ristrutturazione di una struttura, ormai fatiscente per l’aspetto estetico, nel piano triennale delle opere pubbliche unitamente alla rinnovata necessità di creare, attraverso un’eventuale incorporamento della Sint nella società Terme S.p.A., un naturale centro di gestione e controllo delle preziose sorgenti di acqua pubblica in relazione anche all’esito referendario. Infine si potrebbe, estrema ratio, valutare anche la possibilità di pensare al coinvolgimento di privati in una sorta di gestione di rami d’azienda. Questo il fondamentale canovaccio di partenza per puntare decisi a salvare un “bene comune” strategico e fondamentale per la nostra città. Ora come ieri, e mentre i topi scappati affogano nell’acqua della falla che hanno determinato, i veri uomini di mare seguitano, nonostante le gravi difficoltà, a rimanere sulla nave nella certezza di poterla salvare conducendola in un approdo riparato e sicuro”.